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Cronaca Borgo Rodi / Via Vittorio Veneto, 17

Terapia, ascolto e condivisione: così a Villa Almagià si prendono cura di anziani e disabili

Tombola, panettone e storie di chi ha affidato l'anziano genitore alle cure di Villa Almagià. C'è anche una lotteria il cui ricavato servirà ad acquistare una pesapersone

«Cinquantotto, cinque e otto!». Gli occhi di Giovanni si illuminano, la cinquina è la sua così come lo sono stati l’ambo e il terno. Sembra non essercene per nessuno. A chiamare l’ennesimo premio per suo conto è il figlio Silvano, seduto accanto a lui. Viene spesso a trovare il papà a Villa Almagià, soprattutto nelle feste natalizie perchè sa quanto il Natale sia speciale per il genitore, come per i 27 ospiti della struttura di ricovero per anziani e disabili di via Vittorio Veneto ad Ancona. Il refettorio è pieno e colorato dalle tovaglie rosse, dalle ghirlande e dai festoni appesi sui montanti delle porte. A dare una mano per i preparativi c'è anche Stefania Mascarini, una volontaria dell’Avulss, l’associazione che si occupa dell’animazione del centro. I 28 anziani li conosce tutti per nome e anche se il libro scritto dagli ospiti con i ricordi di gioventù non è più un’usanza, lei quelle storie le conosce bene. Altre le porta nel cassetto dei ricordi, dopo quasi 20 anni di attività. Conosce anche quelle degli 11 disabili affidati alle cure di Villa Almagià. E’ proprio Stefania a sistemare nel cesto i premi della tombola.

L'impegno quotidiano

I disabili sono affidati alle cure della cooperativa Rosa, mentre ai nonnini ci pensa la KCS Caregiver. «Questa è una grande famiglia, per me sono tutti nonni» racconta con un velo di commozione la direttrice Stefania Baleani, che i nonni li ha persi da giovanissima. Assistita dalle operatrici e dalle psicologhe, tiene la barra del timone 365 giorni l'anno con un intenso impegno quotidiano, a partire dal refettorio, dove si svolgono le visite mediche. Per gli anziani l'attività inizia la mattina con l'igiene personale, poi sempre in refettorio in compagnia di un'animatore che interagisce con musicoterapia o la lettura del giornale. Poi c'è il pranzo, il riposo e alcuni ospiti possono ricevere anche la fisioterapista, se il dottore la prescrive. «Inoltre abbiamo anche dei laboratori ma quella è una parte che difficilmente l'anziano utilizza. E' più predisposto all'ascoltonon riesce a fare quello che possono fare i disabili, che magari sono più giovani e seguiti anche da un educatore» ha raccontato la Baleani. 

L'affetto, il "primo momento" e le storie

I numeri della tombola intanto vanno avanti, Giovanni spera di poter chiamare anche il premio finale ma deve aspettare. Intanto, operatrice socio sanitaria e le sue colleghe avvicinano ai tavoli due montagne di fette di panettone. Tra un po' si mangia il dolce, uno strappo alla regola. E' un viavai di ospiti, accompagnati dal personale che spinge le sedie a rotelle o procede sotto braccio nelle brevi e faticose camminate. Ma a Villa Almagià è Natale e non ci sono soltanto assistenti e volontarie. C’è Silvano, il figlio di Giovanni campione di tombola, che si gode suo papà come se fosse a casa. Come è possibile? Quella è Villa Almagià e per quanto ci si possa stare bene non è l’abitazione di una vita. «Un figlio che ha partecipato alla vita del padre non sente un grande distacco, il distacco lo sente chi con il padre ci è vissuto poco. Per quanto mi riguarda non è cambiato niente, perché quotidianamente sono vicino a lui». E nel giorno speciale c’è anche chi la mamma l’ha salutata qualche anno fa e nonostante la perdita vuole essere presente alla festa. Si tratta di Marinella Petrinotti, che è venuta a fare compagnia agli amici di sua mamma e a ringraziare con la sua presenza chi si è preso cura della sua anziana negli ultimi giorni di vita: «Si sentono tante storie brutte in molte residenze per anziani, mia madre qui è stata trattata benissimo e non ha mai avuto neppure una piaga da decubito». Dopo un cenno di commozione Marinella racconta il suo “primo momento”, ovvero l’attimo peggiore dell’inserimento del genitore, quando lo si saluta sapendo che per il resto dei suoi giorni quella struttura sarà la sua casa. Non è certo un addio, perché le visite dei familiari sono ammesse, benvenute e se occorre prolungate oltre l’orario «ma è stato tragico, mia madre l’ho sempre accudita a casa da sola e quando è stata male dall’ospedale siamo passate qui. L’unica fortuna che ho avuto è che questa struttura è vicina a casa mia e se c’era una necessità potevo stare di più. Se dovevo imboccarla lo facevo anche perché il personale qui ha bisogno di una mano visto che lo Stato continua a tagliare le risorse». Accanto a Marinella c’è Stefania Baleani. La direttrice non indossa il berretto da babbo Natale come le OSS, ma il classico camice bianco: «Nello stare insieme all’anziano o a un disabile è importante non solo la terapia, ma anche l’ascolto e l’osservazione, perché non tutti riescono a esprimere bisogni e sentimenti». E il Natale? «E’ il momento in cui si sentono più coccolati, il Natale ci porta ad avere un po' più di attenzioni e magari fare delle proposte con un calendario di eventi per condividere momenti non solo con l’ospite ma anche con la famiglia».

La lotteria

Tra gli eventi in calendario c’è anche la lotteria. I biglietti serviranno a finanziare l’acquisto di una bilancia pesapersone. Estrazione il 6 gennaio. Il momento è arrivato. «Tombola!» grida qualcuno, ma colpo di scena: stavolta non è Giovanni! Poco importa, anche lui, alla fine, si unisce al coro che canta “Astro del Ciel”. Natale è arrivato. 
 

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