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Cronaca Jesi

Il Verdicchio si conferma tra i più grandi vini bianchi del mondo

A Collisioni Jesi, che si è chiusa proprio con una degustazione storica Old but gold, ha partecipato un pacchetto di selezionatissimi stakeholder provenienti dai principali Paesi importatori di vino

Sono molte le indicazioni positive della full-immersion enologica che si è chiusa ieri a Jesi. La prima è che il Verdicchio si conferma straordinario attrattore per il territorio e per le altre denominazioni meno conosciute; la seconda è – a detta dei 32 esperti internazionali provenienti da 13 Paesi – che la strada delle qualità imboccata è quella giusta.« Per lo stesso periodo del prossimo anno stiamo lavorando su un grande evento internazionale dedicato a un autoctono che da simbolo regionale si identifica sempre più tra i vini bandiera nazionali» ha detto il direttore dell’Istituto marchigiano di tutela vini Alberto Mazzoni. L’evento business, organizzato dal consorzio marchigiano e dal direttore scientifico di Indigena, Ian D’Agata, è stato dedicato al 50° della Doc Verdicchio dei Castelli ma anche alle altre denominazioni dell’area (Verdicchio di Matelica, Lacrima di Morro d’Alba, Bianchello del Metauro, Colli Maceratesi e Serrapetrona).

Per Ian D’Agata, senior editor di Vinous e direttore scientifico di Indigena: «Il Verdicchio si conferma essere una delle migliori varietà bianche del mondo, che dà vini freschi e beverini ma soprattutto capaci di grande longevità, con prodotti che possono invecchiare tranquillamente 20 anni proprio come i Chablis, i Riesling alsaziani e tedeschi e altri grandi vitigni. E quella dell’invecchiamento è ora la specificità più importante da far conoscere all’estero, perchè in questo modo – ha concluso - automaticamente e quasi senza fatica il Verdicchio diventerà un prodotto importantissimo per tutti i sommelier del mondo che vorranno questi vini anche per creare verticali in carta».

A Collisioni Jesi, che si è chiusa proprio con una degustazione storica Old but gold, ha partecipato un pacchetto di selezionatissimi stakeholder provenienti dai principali Paesi importatori di vino: Usa (6 operatori), Russia e Cina (4), Canada, Francia e Regno Unito (3), Giappone e Svezia (2), Belgio, Paesi Bassi, Polonia, Svizzera e Ungheria. Un’occasione anche per far conoscere a giornalisti e operatori del settore i luoghi simbolo del paese di Federico II, a partire dal concerto inaugurale con divagazioni leopardiane al Festival Pergolesi Spontini fino alle opere di Lorenzo Lotto della Pinacoteca civica e alla mostra sul Novecento quotidiano di Betto Tesei. Il vigneto Marche - con 20 denominazioni e 17.000 ettari complessivi di vigneto di cui 4.500 ristrutturati e rinnovati negli ultimi 10 anni - fattura annualmente circa 150 mln di euro, con una crescita delle esportazioni di oltre il 50% nell’ultimo decennio. Circa 18 milioni le bottiglie di Verdicchio dei Castelli di Jesi prodotte ogni anno, per circa la metà destinate all’export. Con quello di Matelica, l’autoctono marchigiano è il vino bianco fermo più premiato dalle guide italiane negli ultimi 4 anni.

ELENCO AZIENDE PARTECIPANTI: Belisario, Bisci, Boccafosca, Bucci, Casalfarneto, Colognola, Colonnara, Coroncino, Crespaia, Fattoria Forano, Fattoria Nannì, Fazi Battaglia, Felici, Filodivino, Garofoli, Giovanni Giusti, La Staffa, Lucangeli Aymerich, Lucchetti, Marotti Campi, Moncaro, Montecappone, Pievalta, San Diego, Santa Barbara, Stefano Mancinelli, Tenuta dell'Ugolino, Terre di Serrapetrona, Tenuta di Tavignano, Tenute Pieralisi, Umani Ronchi, Vicari, Vignamato. 

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