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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca

Università e stranieri, Longhi: «C'è bisogno dei migranti, la diversità crea innovazione»

Il Rettore dell'Università Politecnica delle Marche, Sauro Longhi, è intervenuto in un convegno in prefettura:«Sogno una cittadinanza universitaria»

«Dei migranti abbiamo bisogno, la contaminazione culturale aiuta a crescere». Parole di Sauro Longhi, Rettore dell’Università Politecnica delle Marche, rilasciate venerdì 13 ottobre in prefettura durante il convegno dal titolo “I flussi migratori, tra regole e solidarietà”. Longhi ha aperto la scaletta degli interventi, alla quale hanno partecipato anche il sindaco di Ancona Valeria Mancinelli, il Prefetto di Milano Luciana Lamorgese, il docente della Politecnica Gerardo Villanacci e il Procuratore Generale presso la Corte di Appello di Ancona Sergio Sottani. 

Longhi: «La contaminazione culturale crea innovazione»

Il Prefetto di Ancona, Antonio D’Acunto, ha fatto gli onori di casa per poi assumere il ruolo di relatore tra gli interventi. Il primo a prendere la parola è stato Sauro Longhi: «Dei migranti abbiamo bisogno, le culture diverse hanno sempre contaminato altre culture e c’è stato un modo di crescere che si è sempre fatto sull’incrocio e sulla diversità». E’ proprio sui concetti di confronto, conoscenza reciproca e contaminazione culturale che si sofferma il Rettore per scacciare la paura della diversità: «La diversità è fondamentale perché è attraverso di essa che si creano le condizioni innovative. In ambito biologico è stata la diversità che ha portato alla creazione di quello che oggi conosciamo come l’essere individuo. E’ stato tutto un percorso di contaminazione». Per Longhi, la contaminazione come innovazione culturale passa per la mobilità giovanile. «Bisogna fare in modo che molti studenti visitino l’Italia e che molti studenti italiani vistino il mondo, perché questo è il modo di comprendere la complessità che abbiamo davanti. Dobbiamo ospitare il più possibile persone che vengono da situazioni diverse». Uno degli obiettivi del numero uno della Politecnica è la creazione del concetto di “cittadinanza universitaria”: «Il primo spazio che non dovrebbe avere frontiere è l’università. Quello che sogniamo è che qualunque studente di qualunque Paese possa entrare nelle nostre strutture. Succede quotidianamente, ma non ce ne accorgiamo- prosegue Longhi- le nostre aule ospitano molti studenti e studentesse che non hanno ancora la cittadinanza italiana ma che sono italiani a tutti gli effetti». Un esempio pratico: «Ho incontrato una studentessa di medicina di nazionalità siriana e abbiamo parlato di alcuni suoi problemi con la segreteria studenti. La nostra discussione è finita con io che gli ho chiesto quale fosse la sua città natale, sapete cosa mi ha risposto? “Professore, io sono nata a Loreto”. Noi questi individui li consideriamo ancora degli stranieri ma di loro abbiamo bisogno, perché li stiamo formando».

Mancinelli: «Ad Ancona il 12% dei residenti è straniero»

Poi è stato il turno del sindaco Valeria Mancinelli, che ha voluto distinguere il concetto di flusso migratorio in due partiture: «Esiste l’emergenza, cioè l’arrivo non facilmente organizzabile dei richiedenti asilo e poi ci sono le migrazioni che portano le persone a trasferirsi stabilmente». Ad Ancona, sottolinea il primo cittadino, il 12% dei residenti regolari è straniero. « Il 12% che sta qui da 30 anni e le persone che sono arrivate qui dai   centri di smistamento, e che magari poi vengono smistati altrove, sono due problemi diversi che vanno affrontati in modi diversi. Questa distinzione è percepita nettamente anche dai nostri concittadini». Anche il sindaco porta ad esempio casi concreti. «Qualche sera fa in un incontro pubblico a Vallemiano sono intervenute due signore che segnalavano problemi di convivenza condominiale per due appartamenti affittati dalle organizzazioni che gestiscono l’ospitalità per i rifugiati. I problemi erano significativi, ma la stessa signora in quella stessa assemblea diceva di essere in ottimi rapporti con un senegalese che vive dirimpetto a lei, che lavora e che è qui da 15 anni». Impossibile, conclude la Mancinelli, fermare le migrazioni: «Non può farlo neanche Trump, ma non possiamo nascondere i problemi o sottovalutarli». 

Lamorgese: «Anche noi dobbiamo rispettare le loro regole»

Il Prefetto di Milano, Luciana Lamorgese, ha parlato di integrazione anche dalla sua recente esperienza di capo di Gabinetto del Ministero dell’Interno: «Capisco che gli stranieri devono operare secondo le nostre regole, ma è vero che anche noi dobbiamo rispettare le loro. Due culture si integrano se c’è rispetto di entrambe». Rispetto significa anche dare la possibilità ai fedeli di altre religioni di pregare in strutture idonee: «Dobbiamo dare loro la possibilità di pregare nei loro centri». La Lamorgese ha poi ricalcato le parole del ministro dell’Interno Marco Minniti: «Non c’è collegamento tra terrorismo e accoglienza, ma ci può essere collegamento tra terrorismo e mancata integrazione. Gli attacchi in Europa sono stati posti in essere da soggetti di seconde generazioni che venivano ghettizzati e per i quali non era stata portata avanti un’azione di integrazione nella realtà di ciascun Paese»


 
 

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