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Cronaca

Università e arte sacra, i capolavori di Loreto rivivono grazie al digitale

Politecnica delle Marche, Università di Camerino e Delegazione Pontificia della città mariana insieme per rendere nuovamente fruibili le opere del Pomarancio che fino a fine '800 decoravano la cupola della Basilica

Gli affreschi del Pomarancio della Basilica di Loreto rivivono in 3D ma i marchigiani dovranno attendere. Neanche tanto, tuttavia. Entro la fine dell'anno, come si legge in una nota diramata dall'Università Politecnica delle Marche,  si potrà ammirare la ricostruzione digitale della cupola lauretana con i suoi affreschi originari. Un percorso a ostacoli, quello di queste opere realizzate da Cristoforo Roncalli detto il Pomarancio tra il 1609 e il 1615 e arrivate a fine '800 in uno stato di degrado tale che si decise di sostituirle con quelle attuali, realizzate da Cesare Maccari tra il 1895 e il 1907. Ciò che rimane dell'opera del Pomarancio sono poche porzioni di cupola e una quarantina di bozzetti preparatori. Non visitabili per il rischio di perderli definitivamente. Ed è qui che entra in ballo l'università. Anzi, le università. Politecnica delle Marche e Università di Camerino hanno infatti lavorato insieme per la ricostruzione digitale delle opere. Una collaborazione allargata anche alla Delegazione Pontificia di Loreto e resa possibile grazie sponsor privati.

L'anteprima se la sono goduta i visitatori della Biennale del Disegno Rimini (terminata domenica scorsa). Esposizione, curata da Vito Punzi e dal titolo "Profili del cielo La cupola di Loreto nei disegni del Pomarancio e di Giuseppe Maccari", visitata (50mila persone in due mesi e mezzo) e con tanto di touchscreen per questo "assaggio" d'arte digitale: circa 17mila interazioni nel corso della mostra. «Grazie alla cultura e alla sua valorizzazione possiamo generare tanta ricchezza per il nostro Paese e per questo stiamo lavorando grazie ai nostri laboratori di ricerca e spinoff: Distori Heritage ed Eve» ha detto il rettore Sauro Longhi mentre monsignor Tonucci ha sottolineato come Loreto sia «un concentrato di arte e cultura per i pellegrini ma anche per i turisti. Si viene non solo per la Santa Casa ma anche per le bellezze architettoniche, paesaggistiche e per il Museo-Antico Tesoro. L’obiettivo di questa collaborazione non è lontano dallo spirito del Santuario che è quello di valorizzare la bellezza». 

Soddisfatti i due docenti che hanno seguito il progetto. Paolo Clini dell'ateneo dorico e Federico Bellini di Camerino. «Il nostro lavoro con Loreto è iniziato 25 anni fa cpn la digitalizzazione della piazza e oggi continua con la digitalizzazione della Basilica e delle sue opere per un duplice obiettivo la salvaguardia e conservazione dei beni culturali e la fruizione legata alle nuove applicazioni come la realtà virtuale, realtà immersiva e la realtà aumentata» ha spiegato il primo. «Da storico dell’architettura e della ricerca sulla valorizzazione dei beni culturali – gli ha fatto eco l'altro - per me è importante perché è la nuova forma di racconto della storia. Vogliamo dare, attraverso questo progetto, una informazione controllata e verificata storicamente, senza lasciare spazio alle credenze popolari, ricostruendo virtualmente come era la Basilica nel 1610».

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