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Cronaca

Riscuotevano le pensioni dei genitori morti da anni: denunciate sei persone

Il caso più rilevante riguarda una signora di San Paolo di Jesi, che continuava a prelevare la pensione di guerra che la defunta madre percepiva per aver perso il padre nella Prima Guerra Mondiale

Un’operazione della Guardia di Finanza di Ancona ha portato alla denuncia di sei persone che continuavano – in alcuni casi da anni – a ritirare indebitamente la pensione di parenti già deceduti.

Nel mirino delle fiamme gialle le cosiddette “pensioni di guerra”, ovvero quei trattamenti previdenziali elargiti dallo Stato alle persone che hanno subito menomazioni in guerra, ai familiari di persone decedute nei conflitti oppure ai familiari di persone che quando erano in vita ricevevano una di queste pensioni.
I Finanzieri del Gruppo di Ancona hanno inizialmente individuato 30 persone, formalmente beneficiarie del trattamento pensionistico ma decedute da diverso da tempo: mentre però 27 di tali pensioni, mediante un’apposita procedura informatizzata, ritornavano nelle casse dello Stato in quanto non prelevate, le altre 3 venivano puntualmente ritirate dai congiunti dei reduci di guerra, in quanto cointestatari o delegati ad operare sui rapporti ancora accesi a nome dei propri cari defunti.  

Sono venute così alla luce tre truffe ai danni dello Stato: un cittadino anconetano che dalla data di decesso della propria madre - risalente al 2003 - continuava regolarmente a prelevare la pensione di guerra da un conto corrente postale cointestato con lei.
Altra situazione irregolare, con accrediti mensili di rate di pensione non dovute, è stata contestata ai 4 figli di una pensionata deceduta agli inizi del 2011 a Sirolo, che continuavano a prelevare la pensione della madre defunta dal suo libretto postale.
Il caso più rilevante riguarda una signora residente a San Paolo di Jesi: dalla morte della madre, titolare di pensione di guerra perché orfana del padre deceduto addirittura durante il primo conflitto mondiale, ha continuato per oltre un anno a beneficiare senza titolo del trattamento pensionistico per un ammontante complessivo di circa 5.700 euro, ritirandoli anche lei dal libretto postale dove venivano regolarmente accreditati.

Queste persone dovranno restituire allo Stato circa 20mila euro “quale somma indebitamente percepita e rivalutata con gli interessi”.
Su disposizione dell’autorità giudiziaria di Ancona, a garanzia del credito erariale, le Fiamme Gialle hanno eseguito il sequestro preventivo di tre autoveicoli nonché delle somme depositate in un libretto ed in un conto corrente postale.

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