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Cronaca

Terremoto, ha perso la famiglia e il suo ristorante: «Poco entusiasmo, ma riparto da Senigallia»

Da nove mesi Bonanni vive in roulotte perché «l'alternativa è quella di rimanere là dentro a pensare, disperarsi e piangere su quello che è successo» ha detto il cuoco laziale

Amatrice non sarà più Amatrice e Daniele Bonanni aprirà un nuovo ristorante, ma non sarà più il Ma-Tru di Corso Umberto. Vuole ripartire anche se l’entusiasmo, per colpa di quel mostro chiamato sisma che gli ha strappato tutto, è ormai quasi al minimo. Daniele ricomincerà dalla nostra provincia, proprio da Senigallia. Da domani a lunedì sarà al Finger Food Festival con un mezzo attrezzato nel quale cucinerà la sua specialità e uno dei piatti più famosi al mondo: la amatriciana. A Daniele il terremoto ha portato via non solo il ristorante ma anche la madre, la sorella e un nipote di venticinque anni: «Spesso dormiva a casa di mia madre, perché le voleva bene. Dormiva da lei anche quella sera - racconta con la voce rotta dalla commozione - Sono particolari che ti rimangono in mente, perché nella cameretta dove tu sei cresciuto lui ci ha perso la vita». Da nove mesi Bonanni vive in roulotte. «L’alternativa è quella di rimanere là dentro a pensare, disperarsi e piangere su quello che è successo, ora posso solo rimettermi in moto, qualcosa bisogna fare». E così ha deciso di andare dove lo chiamano «per raccogliere fondi per me e per il comune, a Senigallia vado per me. Riparto in questo modo anche se non sarà facile». Il pensiero va sempre alla sua Amatrice «e a tutti quei cari che non ci sono più» e con ogni probabilità ci sarà anche il suo ricordo al convegno sul terremoto previsto ad Ancona per il 12 maggio dall'associazione Fatto e Diritto, in collaborazione proprio con noi di AnconaToday. 

L’amatriciana che cucina e che cucinerà non è solo una prelibatezza da mangiare, è una speranza. Quella che «il turismo possa riempire le nostre vie come era prima, anche se nulla sarà più come prima. Io lo considero l’anno zero. Amatrice era uno dei luoghi più belli d’Italia e non è rimasto quasi più nulla se non qualche chiesa nelle zone vicine». La nuova Amatrice non sarà la stessa. «Sarà tutto nuovo e diverso ed è difficile da sopportare anche questo. Non ci saranno le vie in cui sei cresciuto, i luoghi dove hai iniziato a studiare e a lavorare. Il sisma mi ha tolto tutto- prosegue Bonanni- famiglia, futuro, case e progetti». Ora là ci sono le casette. Poche. «La ricostruzione è in ritardo, hanno consegnato 25 casette abitative in nove mesi e mi sembra veramente una cosa assurda. Stanno ricostruendo l’area food, dove ci saranno tutti i ristoranti, e dovrebbero aprirla per giugno o luglio». E il Ma-Tru? «Di entusiasmo non ce n’è molto - spiega Bonanni- un ristorante, specialmente in un piccolo centro diventa la tua casa e noi eravamo sempre lì con mia madre, mia sorella, i nipoti e gli amici. La voglia di ripartire però c’è e ce n’è tanta. In questo momento potevo andare dove volevo, ma pur di non abbandonare il territorio volevo ripartire da Amatrice».

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