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Cronaca Senigallia

Abuso di farmaci e alcool: ventenne di Ripe picchia 16enne e cerca di ucciderla

Tre giorni di follia e di brutali aggressioni che si concludono con due tentativi di omicidio, messi in atto dietro richiesta stessa della giovane, prima con un cacciavite e poi per strangolamento

Una storia assolutamente folle fatta di disagio, abuso di farmaci, alcool e violenza, che vede un ventenne di Ripe indagato per lesioni personali, tentato omicidio aggravato e tentato omicidio aggravato e continuato del consenziente. In diverse occasioni, infati, F. G. – queste le iniziali del giovane – avrebbe preso a calci e pugni una sua amica 16enne, l’avrebbe frustata selvaggiamente con il ramo di un albero e avrebbe cercato di ucciderla con un cacciavite e per strangolamento. Questi i fatti così come sono stati comunicati dai Carabinieri di Senigallia.

LA CHIAMATA DELL’OSPEDALE. Nel primo pomeriggio di domenica 1 dicembre, il personale dell’ Ospedale di Senigallia ha contattato i Carabinieri per segnalare il ricovero di una ragazza di 16 anni per assunzione incongrua di “Destrometorfano”, un farmaco sedativo normalmente usato per curare la tosse, strutturalmente simile alla morfina. In quell’occasione per i militari è stato però impossibile raccogliere informazioni dalla minore, sedata dai medici per via del suo stato di forte agitazione.

IL RACCONTO DELLA RAGAZZA. La mattina successiva, alla presenza di un medico pediatra, la giovane riferisce ai carabinieri che da due settimane circa sta assumendo con frequenza e in grande quantità il farmaco “Aricodil” in gocce, assieme ad suo amico di 20 anni, F.G.

L’AGGRESSIONE AL PARCO. Il venerdì precedente i due decidono di marinare la scuola e, ancora sotto l’effetto del farmaco assunto la sera precedente, si recano al parco “Anna Frank”, dove assumono un quarto di flacone. Al parco scatta l’aggressione selvaggia della ragazzina da parte di F.G.: inizialmente le sferra dei pugni sulle braccia, sulle gambe, sulle ginocchia, in pancia e sulla schiena, affermando che la ragazza deve imparare a non avere paura e a sopportare il dolore fisico. Il giovane la colpisce con pugni anche sulle costole, ma poi la minorenne gli chiede di smetterla perché ha paura che le si possano rompere. Quando la ragazza cade a terra, il ragazzo continua a colpirla con calci e pugni. Poi prende anche un ramo di un albero col quale inizia a frustarla sulle braccia e sulle gambe.

ALCOOL E FARMACI. Il giorno seguente la ragazza va regolarmente a scuola ed all’uscita si incontra nuovamente con F.G., assieme al quale assumono metà confezione di “Aricodil”. Si rincontrano poi verso le ore 20,00 della stessa sera e dopo avere visto assieme un film, decidono di recarsi a ballare in una discoteca di Senigallia. Nell’auto del ragazzo, prima di entrare nel locale, i due bevono un flacone a testa di “Aricodìl” mischiato con RedBul, poi all’interno del locale continuano con “Vodka e RedBul”.
Durante la serata il ragazzo manifesta segni di gelosia e protezionismo, andando in escandescenza ogni qualvolta un ragazzo si avvicina alla sua amica. Quando lei si allontana e va all’esterno per parlare con un ragazzo spunta improvvisamente F.G., che prende per il collo l’altro giovane e lo minaccia di morte.

TENTATO OMICIDIO. Il giovane riesce a fuggire e i due decidono di andare via dal locale. F.G. dice alla ragazza di non sentirsi bene, e insieme fanno alcuni giri in auto, solo per farlo calmare. Quando si fermano la ragazza, ormai fuori di sé, chiede a F.G. di ucciderla: lui prende un cacciavite e fa la mossa di colpirla al petto. L’istinto di sopravvivenza per fortuna ha il sopravvento: la giovane si spaventa e sposta il colpo del ragazzo, che a quel punto cerca di rivolgere l’arma impropria contro di lui e di pugnalarsi. Anche stavolta è la ragazza a scongiurare il peggio, e a fermare la mano di F.G.
I due vanno a quel punto sulla spiaggia di Torrette di Fano, dove la follia prosegue: F.G. prende a calci e pugni tutto quello che incontra e cerca in più occasioni di strangolare la minore, che gli chiede assurdamente ancora di essere uccisa. La ragazza perde conoscenza.

IN OSPEDALE. Quando si riprende, la ragazza chiede a F.G. di essere portata in ospedale, e fortunatamente per entrambi viene accontentata. F.G. si da alla fuga prima dell’arrivo del padre di lei.

IL FERMO. Lunedì stesso, mentre i carabinieri stanno ascoltando il resoconto della ragazza, F.G. si presenta in reparto: ha i pantaloni sporchi di sangue. I militari lo bloccano immediatamente e gli trovano addosso un coltello a serramanico.
Il giovane viene medicato e viene chiesto il parere di uno psichiatra, che consiglia al giovane di sottoporsi volontariamente ad un ricovero in quanto affetto da “turbe ideative e comportamentali”.
Questa mattina, in concomitanza con le dimissioni del giovane dall’ospedale di Senigallia, i Carabinieri della locale Stazione hanno dato esecuzione ad un provvedimento di fermo di indiziato di delitto emesso dal Sostituto Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Ancona, Dr. Rosario Lioniello, che ha disposto la collocazione di F.G. presso il proprio domicilio e gli ha imposto il divieto di comunicare con persone diverse da quelle che con lui coabitano o lo assistono.

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