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Cronaca

«Ripercorriamo la nostra storia con “Microchip Emozionale”, sarà più di un concerto»

Si raccontano i Subsonica, che saranno ad Ancona per il gran finale dell’ “8 Tour”, l’esplosivo tour estivo con cui la band torinese ha voluto celebrare 20 anni di successi

«Ci è sembrato giusto rinfrescare la scaletta rispetto al giro di concerti precedente cercando il giusto flow per gli spazi all’aperto. Siamo un gruppo che da più di vent’anni suona, gioca, gioisce, si diverte. Uno dei motivi per cui ieri come oggi siamo entusiasti di andare in tournée è che non portiamo in giro soltanto le canzoni, ma uno spettacolo. Questo tour estivo è in pieno stile Subsonica e ripercorre tutta la nostra storia. Venti anni di musica significano otto dischi e tantissime canzoni: una storia lunga, complessa, fortunata, che vogliamo raccontare ai giovani che arrivano per la prima volta a un nostro concerto e che quando noi abbiamo cominciato la nostra strada erano piccoli». 

Si racconta così ad AnconaToday Boosta, vero nome Davide Dileo, tastierista dei Subsonica, che domani sera saranno ad Ancona per il gran finale dell’ “8 Tour”, l’esplosivo tour estivo con cui la band torinese ha voluto celebrare 20 anni di successi. Come? Bè, il capoluogo dorico avrà il privilegio, riservato ad altre pochissime cittadine di tutta Italia, di ospitare uno spettacolo con una scaletta dedicata. Infatti, senza tralasciare gli altri brani, sarà reso omaggio al ventennale di “Microchip Emozionale”, il secondo disco (il primo fu “Subsonica) che fece balzare il gruppo fuori dal circuito musicale interno torinese.

«Questi vent’anni sono stati fatti anche di esperienze personali, percorsi tracciati ai lati di quello principale, ma ad unirci c’è sempre stato il desiderio urgente di fare musica insieme - continua Boosta - Siamo una di quelle fortunate realtà in cui la somma dei componenti fa più della somma matematica e questo è un grande privilegio di cui cerchiamo di avere forte rispetto». 

«I Subsonica sono la somma esponenziale di cinque forti individualità- spiega il chitarrista Massimiliano Casacci, meglio noto come Max Casacci Il gruppo è un’entità che vive di vita propria. Ci sono dinamiche forti che superano le inclinazioni dei singoli. Nell’affetto della gente che ci segue e che è affezionata al gruppo c’è anche molta severità per le aspettative che creiamo, ma noi dall’interno non la vediamo in questo modo, anche se forse possiamo dare quell’impressione. Ci sono legami forti che superano le letture individuali. In questo tour stiamo introducendo nuovi pezzi, tratti ad esempio da ‘Una nave in una foresta’. E rimettiamo in gioco ‘Sole silenzioso’. Lo scrivemmo dopo le prove generali di autoritarismo del G8 di Genova. Ci pare che l’autoritarismo sia il tratto dominante della cultura politica di questi anni nel mondo, in Europa, in Italia. C’è un clima di incoscienza generale, le persone non si rendono conto che la libertà va costantemente tutelata. Parlarne ci sembra doveroso”. Abbiamo un’eredità da rispettare, diciamo che non possiamo scendere sotto un certo livello di spettacolarità. Certo sarà diverso dal tour nei palazzetti, in molti casi andremo in festival dove bisogna adattarsi alla situazione specifica, ma il livello dell’esperienza sensoriale sarà mantenuto tutte le volte. Abbiamo inserito in scaletta Sole silenzioso, in un momento in cui nuovi autoritarismi si fanno sentire, per ricordare che non stiamo proteggendo le libertà che sembravano acquisite»

Su Microchip emozionale e le date speciali

«Microchip Emozionale nacque in modo spontaneo nella nostra cameretta dei giochi, che era la sala prove di piazza Vittorio Veneto. Era la perfetta sintesi di quel che ascoltavamo e partì subito forte con recensioni entusiastiche che ci catapultarono a Sanremo. Lì capimmo che eravamo usciti dalla nicchia del circuito indipendente e ai concerti cominciò ad arrivare gente di ogni tipo. Siamo a vent’anni esatti dall’uscita di Microchip emozionale. L’annuncio del compleanno è stato talmente ben accolto che abbiamo deciso di suonare il disco per intero in diverse occasioni, da Nord a Sud dell’Italia: a Torino, la nostra città, a Roma, città di adozione che ci ha cullato in un affetto materno, a Melpignano, in Salento, a Taormina nella meravigliosa cornice del suo Teatro Antico, e ad Ancona, data conclusiva della tournée. Ci piaceva l’idea simbolica di scegliere nord, centro e sud.»

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