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Cronaca

Spesa sociale, -2% nelle Marche: la denucia delle cooperative

Gli investimenti sono scesi, Uecoop rilancia sul ruolo delle cooperative sociali che nella nostra regione sono quasi 500

Le Marche hanno tagliato la spesa pro capite per le politiche sociali e la famiglia. È quanto emerge da un’elaborazione dell’Unione europea delle cooperative Uecoop Marche sugli ultimi dati Istat 2018 relativi ai bilanci degli enti locali in Italia fra il 2015 e il 2016 con la media nazionale scesa a 141 euro pro capite. Pur rimanendo sopra la soglia della media nazionale con 150 euro pro capite, le Marche hanno tagliato del 2% gli investimenti sul sociale. “La situazione nazionale – rileva Uecoop – vede i comuni più grandi sopra i 60mila residenti riuscire a garantire gli stesso livelli di investimento sul sociale mentre i piccoli centri fino a 10mila abitanti hanno tagliato di oltre il 4,5% la spesa sociale pro capite. Ancora  peggio è andata per i comuni fra i 20mila e i 60 mila abitanti dove la riduzione ha superato il 5%. Nell’ambito di una generale riorganizzazione dei servizi di assistenza alle famiglie e alle fasce più deboli della popolazione, dagli anziani ai disabili, dai senzatetto alle persone a basso reddito è strategico gestire nel modo più razionale possibile le risorse sviluppando un nuovo welfare pubblico/privato in grado di coinvolgere il meglio delle 485 cooperative sociali che operano nelle Marche e dove i bisogni delle comunità sono molto diversificati e ricevono risposte differenti anche in base alle disponibilità finanziarie dei comuni, sempre più stretti fra vincoli di bilanci e crisi”.
 
 La sfida del futuro – afferma Uecoop – è quella di potenziare l’assistenza a fronte di una spesa sanitaria delle famiglie italiane che nell’ultimo anno è già salita dell’8% arrivando a 123 euro al mese, mentre – rileva Uecoop – ci sono 12,2 milioni di italiani che, secondo il Censis, rinunciano a curarsi per difficoltà economiche, oltre 7 milioni che si sono indebitati per farlo e 2,8 milioni che hanno venduto casa per pagarsi delle cure mediche. E’ però fondamentale – afferma Uecoop – risolvere il problema dei ritardi nei pagamenti della pubblica amministrazione che riguardano un po’ tuti i servizi, compresi quelli forniti dalle cooperative. Infatti – spiega un’elaborazione di Uecoop su dati Mef - in Italia il 60% degli enti pubblici come comuni, province, aziende sanitarie, pagano in ritardo con tempi che possono superare i 700 giorni sulla scadenza delle fatture mettendo a rischio bilanci e sopravvivenza delle aziende, che spesso devono chiudere. Il numero delle fatture pagate in ritardo ha toccato quota 16 milioni per un importo che supera i 77 miliardi di euro – conclude Uecoop - rappresentando una vera e propria patologia degli enti pubblici, da nord a sud della Penisola, per la quale è necessario trovare subito delle soluzioni concrete come accordi con il mondo del credito e tavoli di confronto con gli enti pubblici per sbloccare le situazioni più gravi.​

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