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Cronaca

Setta del macrobiotico, la perizia scagiona Pianesi: accusato dell'omicidio della moglie

Secondo le accuse della Procura di Ancona Pianesi, già al centro di un'indagine per associazione per delinquere, avrebbe lasciato morire la moglie

Nè la dieta macrobiotica, né le prescrizioni del marito hanno giocato un ruolo nella morte di Gabriella Monti, la moglie di Mario Pianesi, il guru della macrobiotica accusato dell’omicidio della donna, morta nel 2001 per un problema cardiaco, 4 anni dopo essere stata colpita da un ictus. Sono le conclusioni a cui è arrivato Cristian D’Ovidio, medico legale dell'Università di Chieti, perito incaricato dal Gip di rispondere ad una domanda precisa: c’è un nesso causa-effetto tra le influenze dall’allora marito Pianesi, tra cui anche la stessa dieta, e il decesso della donna? Evidentemente no. E il perito del giudice Sonia Piermartini lo ha spiegato oggi in sede di incidente probatorio. Gabriella Monti aveva avuto un’ischemia cerebrale nel 1997. In quell’occasione i medici riscontrarono un problema cardiaco che l’avrebbe poi portata alla morte all’età di 43 anni. Un decesso che dunque sarebbe avvenuto comunque, indipendentemente dal suo tipo di alimentazione e dal "no" alle cure ospedaliere. La donna infatti aveva rifiutato un delicato intervento per cercare di risolvere il problema al cuore. Non vi è prova che l'eventuale operazione le avrebbe concesso di vivere più a lungo, come emerso dalle cartelle cliniche analizzate dal Gip davanti all'avvocato difensore Andrea Soliani e al consulente di parte, il medico legale Mariano Cingolani. Dalle indagini difensive è anche emerso come la donna, anche se lontana dagli ospedali, fosse controllata periodicamente da un cardiologo. Un fatto che confuterebbe l'idea della Polizia, convinta di come la donna fosse segregata in casa senza che potesse curarsi attraverso la medicina tradizionale. 

Secondo le accuse della Procura di Ancona Pianesi, già al centro di un'indagine per associazione per delinquere, avrebbe lasciato morire la moglie, convincendola a seguire sue precise disposizioni, le stesse di tutti i membri della psico-setta che, sotto il nome di “Un punto macrobiotico”, muoveva le fila di un impero milionario, fatto di ristoranti, aziende agricole e punti vendita in tutta Italia. Ma di fronte alla perizia, che sconfessa l’ipotesi accusatoria, il pm Paolo Guibinelli dovrà scegliere tra la richiesta di rinvio a giudizio o quella di archiviazione, che, a questo punto, sembra la più probabile.

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