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Cronaca Posatora

Porto: sequestro record, un milione di euro falsi pronto a invadere i mercati

Banconote immerse nel caffè e nella paprika per ingannare eventuali "cash dog". Rarissimo trovarne di questo taglio: la quantità è così elevata da far impennare tutte le statistiche italiane. Falsi quasi perfetti

Duemila banconote da cinquecento, per un totale di un milione di euro, tutte false: era pronto a invadere il mercato il quantitativo record di valuta fasulla – tale da sballare tutte le statistiche non solo della provincia di Ancona, ma dell’Italia intera – scoperto e sequestrato dai militari della Guardia di Finanza del Comando Provinciale di Ancona e dagli uomini dell’Agenzia delle Dogane. L'operazione è stata illustrata questa mattina in conferenza stampa dal Comandante Provinciale Fabrizio Crisostomi, dal Colonnello Francesco Canuti, dal Capitano Nunzio Napolitano, e dal Dirigente delle Dogane Michele Medici.

Il sequestro, avvenuto la scorsa settimana, ha creato un crescente stupore negli operatori delle Forze dell’Ordine: tutto è cominciato quando un Fiorino con targa bulgara, proveniente dalla Bulgaria e appena sbarcato dalla Grecia al porto dorico, è stato fermato per i regolari e scrupolosi controlli. L’autista, un cittadino bulgaro di 32 anni, incensurato, ha mostrato da subito segni di nervosismo: ha raccontato di essere un imbianchino diretto ad Alessandria per cercare lavoro, ma la sua storia non ha convinto gli operatori.

LA SCOPERTA. La perquisizione ha permesso di individuare ben due doppifondi nascosti nel mezzo, e quando i militari si sono trovati in mano pacchetti con polvere di caffè e paprika erano praticamente certi di trovare un carico di stupefacenti. È stato quindi con una certa sorpresa che dagli involucri non è uscito hashish o cocaina, ma mazzetti di banconote da 500 euro, per un valore totale di un milione. Banconote quasi perfette, anche dall’odore: le spezie servivano infatti per depistare eventuali “cash dog”, ormai presenti in molti porti e aeroporti italiani. Gli inquirenti sulle prime hanno pensato si trattasse di passaggio transfrontaliero di denaro buono non dichiarato, ma l’analisi di esperti funzionari di banca ha sorpreso tutti: erano soldi falsi, il più grande quantitativo sequestrato negli ultimi anni ad Ancona.

foto(29)-2SEQUESTRO RECORD. Se infatti si pensa che nel 2012 in tutta Italia sono state sequestrate poco più di 500 banconote false da 500 euro (che costituiscono lo 0.5% del totale) si può subito capire come i duemila pezzi trovati nel porto dorico abbiano fatto impennare tutte le statistiche nazionali. Per non parlare poi di quelle riguardanti la provincia di Ancona, che nel 2012 ha visto valuta falsa – in totale – per soli 75mila euro: “briciole” in confronto al milione appena scoperto.

FALSI QUASI PERFETTI. Le banconote, di ottima fattura – anche i funzionari della banca hanno avuto difficoltà a riconoscerle per falsi – avevano tutte come prima lettera del codice di identificazione la “x”, che indica che sono state falsificate per sembrare stampate in Germania (quelle italiane hanno la “s” come prima lettera), e avevano un perfetto filo di sicurezza e numero di registro, c’è voluta tutta la capacità dei funzionari per accorgersi che qualcosa nella carta non andava bene.

LE PISTE DA SEGUIRE. Le banconote falsificate nella stragrande maggioranza dei casi sono quelle di taglio da 20 e 50 euro, anche per facilità di smercio, appare dunque molto interessante – dal punto di vista delle indagini – l’insolito valore nominale di quelle rinvenute allo scalo anconetano. Le ipotesi in campo – nulla di ufficiale, solo piste che andranno seguite assieme al altre – variano dall’utilizzo per acquisto di droga o armi (infatti anche i soldi falsi, nel mercato del crimine hanno un valore, e un gruppo criminale potrebbe pagare – poniamo – 10mila euro di droga con 50mila euro di banconote false, in una sorta di “baratto del crimine organizzato”); oppure per truffe: la crisi potrebbe spingere molti comuni cittadini ad effettuare transazioni in nero, e nessuno controllerebbe l’autenticità di banconote che passano di mano al di fuori della legge, figuriamoci poi denunciare la cosa.

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