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Cronaca Senigallia

Fermato dal vigile: si getta sul cofano e finge l'investimento

Pur di evitare la sanzione prevista per chi porta il cane in spiaggia, un giovane di Senigallia ha tentato il tutto per tutto, fino a lanciarsi sull'auto di servizio di uno sbigottito vigile urbano

Il cane in spiaggia (a meno che non si tratti di un arenile appositamente riservato ai nostri amici a quattro zampe) non si può portare, questo lo si sa. Accade però che per godere della rinfrancata aria marina in compagnia del caro Fido un giovane senigalliese, M. B., decida di infrangere la regola, e una volta scoperto dalle autorità le inventi proprio tutte pur di non affrontare le conseguenze del suo gesto.

A ricostruire la bizzarra vicenda sono stati ieri, in aula, l'agente scelto Luciano Principi e il capitano Paolo Moscatelli, davanti al pubblico ministero onorario Cinzia Servidei.
L'agente Principi, vigile urbano, aveva pizzicato il giovane in questione sul lungomare Mameli, e come da regolamento gli aveva chiesto di allontanare l'animale. Il ragazzo si era a questo punto lanciato in una serie di improperi contro l'agente, rifiutandosi di mostrare i documenti e dichiarando di essere nipote del prefetto e cugino di un  noto carabiniere, un mix di parentele che avrebbe messo il vigile nei guai se questo non avesse subito alzato i tacchi.

L'agente Principi però non si è lasciato intimidire e ligio al suo dovere è andato a chiamare i rinforzi. Il padrone del cane a questo punto ha tentato il tutto per tutto: ha raggiunto l'auto di servizio di Principi e si è lanciato sul cofano, urlando come un ossesso di essere stato investito dal vigile.
La vicenda, approdata ieri in tribunale, è riuscita ad accendere nuovamente i toni dei protagonisti, tanto che – stando a quanto riporta il Corriere Adriatico – le voci concitate si udivano fin nelle scale del Palazzo di Giustizia. L'udienza è stata rinviata ad Aprile.

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