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Savoia-Benincasa: aule tecnologiche, verso il modello USA

Nessun finanziamento statale o del Ministero. La scuola Savoia-Benincasa di Ancona ha deciso di investire in tecnologia e innovazione e lo ha fatto con le proprie forze. Dai registri di classe on line al wi-fi in classe

Se si naviga sul sito della scuola si legge: "La scuola del futuro", ma forse un pezzo di futuro è già arrivato. L’Istituto superiore Savoia-Benincasa di Ancona è sempre più una scuola 2.0. L’istituto, diretto dalla Dirigente scolastica Alessandra Rucci, ha avviato da anni ormai un percorso di informatizzazione degli strumenti scolastici. Ad esempio, già dal 2009, sono stati sostituiti i vecchi registri di classe. Così quei libroni che un tempo facevano tremare le ginocchia degli alunni, oggi sono stati rimpiazzati da mini computer portatili, sempre connessi alla rete. Tutto ciò che riguarda la vita scolastica degli alunni è registrato in tempo reale su server e può essere interrogato dai genitori: orario di ingresso, voti, comunicazioni della scuola, compiti da fare, programmazioni delle verifiche. Anche le pagelle sono on line. I colloqui con i professori si possono prenotare da casa. Le aule di studio sono munite di videoproiettori, lavagne interattive multimediali e connessione wi-fi. I compiti? Possono essere inviati via mail, corretti e rispediti via posta elettronica. L’ultimissima novità sono dei calcolatori, dotati di sensori che consentono di fare esperimenti virtuali, ossia rilevazioni dell’ambiente (temperature, onde) che servono per simulare veri e propri esperimenti. L'utilizzo del tablet per ora non è una scelta unanime. Il device (il mezzo tecnologico) viene scelto dal singolo alunno, anche perché, in un momento di crisi come questo, la scuola non ha voluto forzare le famiglie all’acquisto di una tablet. Insomma al Savoia-Benincasa si guarda al futuro, ma l’innovazione tecnologica non è il futuro, è già adesso.

Un nuovo modo di fare scuola dunque a disposizione di più di 1200 studenti, che sono nel pieno di un percorso scolastico. Il tutto senza ricevere un euro dal Miur o da altre istituzioni pubbliche.  Si perché Il MIUR (Ministero istruzione pubblica, università e ricerca) ha in agenda un “Piano Scuola Digitale” di cui non hanno beneficiato tutti. I dirigenti, gli insegnati e i genitori dell’IIS Savoia Benincasa di Ancona hanno fatto tutto da soli. Di questo Alessandra Rucci ne fa un vanto: “Non abbiamo ricevuto niente di niente. Noi abbiamo fatto tutto con i contributi che le famiglie versano annualmente come quota di iscrizione, a titolo di contributo laboratori. Abbiamo vincolato questi contributi e li abbiamo spesi per rendere tecnologica la scuola”. Si tratta dunque di una quota ordinaria (100 o 130 euro) che le famiglie versano all’atto dell’iscrizione del figlio. Una quota che viene vincolata per determinate attività, come particolari progetti o laboratori. Il Savoia-Benincasa  ha scelto, ormai da alcuni anni, l’innovazione tecnologica.

Le lezioni diventano dunque meno frontali e molto più interattive. Una cambiamento che guarda ad una scuola più laboratoriale e concentrata sull’alunno. Ma questo, seppur innovativo, è il presente. E il futuro? “Per quanto ci riguarda noi abbiamo intenzione di fare una rivoluzione degli spazi e trasformare, all’americana, le aule. Da aule destinate alla classe ad aule destinate alla materia”.

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