rotate-mobile
Cronaca Falconara Marittima

Rogo Api 1999: rese note le motivazioni della condanna degli ex vertici

La sentenza della Corte di Appello ha stabilito inoltre l'assoluta estraneità dei due operai deceduti da operazioni di sottrazione illegale di carburante, riconoscendo anche l'assoluta competenza messa in campo dalle due vittime

La Sezione Penale della Corte di Appello di Ancona ha depositato lo scorso 7 ottobre, i motivi  della sentenza di condanna a un anno e due mesi degli ex vertici della raffineria API. L'episodio risale a al 25 agosto del 1999 quando un incendio nella sala pompe alle 5,25 di mattina, provocò la morte dei due operai Ettore Giulian e Mario Gandolfi. Il raggiungimento della verità processuale è stato possibile solo grazie alla caparbietà dei Comitati di quartiere di Villanova e Fiumesino. Nonostante la potenza della Società petrolifera, hanno sempre continuato a combattere. Eccellente poi, il lavoro degli avvocati Stefano Crispiani e Carlo Maria Pesaresi.

La memoria, consegnata nel luglio 2005 al Pubblico Ministero, ha permesso che ad ottobre 2005, la Procura della Repubblica di Ancona depositasse la richiesta e i motivi dell'appello alla sentenza di primo grado. Dopo una prima prescrizione nel 2012, evitata grazie alle pressioni civili dei comitati, ora  a distanza di 15 anni dall'incidente, c'è il rischio che il reato cada in prescrizione. “Stiamo aspettando che ci sia il ricorso per Cassazione dei due imputati. Siamo preoccupati perché la prescrizione matura tra pochi mesi. Siamo comunque fiduciosi che la Cassazione si pronuncerà per tempo- commenta l'avvocato Stefano Crispiani-. È necessario che si pronunci prima della prescrizione del reato, ovvero nell'agosto 2014 altrimenti verranno vanificati tutti gli sforzi fatti in 15 anni. Ancora, in quelle zone c'è emergenza sociale”.

Un'eventuale prescrizione, a parere dei Comitati, sarebbe indecorosa e rappresenterebbe un'umiliazione della Giustizia stessa e dei cittadini. La Corte di Appello ha condannato il Vicedirettore della raffineria e Responsabile del Servizio Operativo; il Responsabile dell’Area manutenzione della zona OFF SITE (nella quale era collocata la pompa esplosa) e il Responsabile della Sezione Manutenzione del Servizio Operativo del tempo. Le prove che i Giudici hanno valutato come responsabilità dei vertici della raffineria API riguardano: la  conoscenza e la tolleranza della prassi di lasciare aperte le valvole dei circuiti nei periodi di non utilizzo delle linee per il trasferimento dei prodotti; la mancanza della manutenzione sulla pompa che esplose.

La sentenza della Corte di Appello ha stabilito inoltre l'assoluta estraneità degli operai Gandolfi e Giulian da operazioni di sottrazione illegale di carburante.  Oltre a ciò è stata riconosciuta la competenza messa in campo dalle due vittime - come prevedevano le procedure del Piano di Emergenza Interna - nel tentativo di neutralizzare la nube di benzina poi esplosa. L'incidente del 25 agosto '99, determinò la fuga di molti cittadini dai quartieri Villanova e Fiumesino, malori tra i cittadini per le esalazioni sprigionatesi, mancanza di tempestiva attivazione dell'allarme alla cittadinanza e del blocco dei treni.

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Rogo Api 1999: rese note le motivazioni della condanna degli ex vertici

AnconaToday è in caricamento