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Cronaca Arcevia

Progetto PARI: la Provincia di Ancona capofila dell’integrazione

Il progetto si rivolge a cinque richiedenti o titolari protezione internazionale. Ad Arcevia si svolgerà l'incontro pubblico "Richiedenti Asilo: l'accoglienza come risorsa del territorio"

Accoglienza, integrazione, sostegno e partecipazione. Sono queste le parole chiave del progetto PARI, che si rivolge a 50 richiedenti o titolari protezione internazionale e che vede la Provincia di Ancona a capo di un partenariato comprendente i Comuni di Arcevia e di Senigallia, il Circolo Culturale Africa di Ancona , il Gruppo Umana Solidarietà di Macerata e il Centro Frantz Fanon di Torino.

Obiettivo del progetto è quello di migliorare il sistema territoriale dell'accoglienza attraverso percorsi di riabilitazione e integrazione riguardanti l'autonomia abitativa, l'inserimento lavorativo, la formazione professionale, l'apprendimento dell'italiano e la riabilitazione psico-sociale.
Proprio ad Arcevia, lunedì 22 aprile, si svolgerà l'incontro pubblico "Richiedenti Asilo: l'accoglienza come risorsa del territorio", per far conoscere le attività realizzate nel territorio comunale dai ragazzi dell'istituto comprensivo attraverso alcuni laboratori sui grandi temi dell'asilo politico.

L'iniziativa, che sarà aperta dal commissario straordinario della Provincia di Ancona Patrizia Casagrande e dal sindaco di Arcevia Andrea Bomprezzi, vedrà anche gli interventi di Angela Rodano, Evelyn Puerini e Manuela Penna, le quali presenteranno i risultati raggiunti fino ad oggi dal progetto.

"Con questa iniziativa - afferma il commissario Casagrande - Arcevia si conferma città attenta ai valori della solidarietà e della tolleranza. Siamo felici di vedere come nell'intero territorio provinciale cresca questa cultura dell'accoglienza nei confronti dei rifugiati e dei richiedenti asilo. Evidentemente, in questi anni si è lavorato bene e la disseminazione di buone pratiche ha permesso la costruzione di un tessuto istituzionale e sociale ricettivo a questo genere di problematiche. D'altra parte, il potenziamento dei servizi finalizzati all'integrazione non solo è la strategia migliore per garantire legalità e rispetto dei diritti, ma l'unica".

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