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Cronaca Senigallia

Botte e tentata violenza sessuale per gelosia, a processo artigiano di 52 anni

Un crescendo da incubo per una donna di 39 anni che ha raccontato di essere sfuggita allo stupro scappando seminuda in strada. Lui: «Nessun abuso, solo litigi»

Un rapporto di coppia malato di gelosia. Tanto da portare lui a ripetute scenate, insulti, botte e, in ultimo, a una tentata violenza sessuale dalla quale la lei di questa storia è riuscita a sfuggire scappando in strada seminuda fino all'arrivo della Polizia. Per questo un artigiano senigalliese di 52 anni dovrà comparire davanti al gup Paola Moscaroli presso il Tribunale di Ancona per l'udienza processuale dopo il rinvio a giudizio chiesto dal pm Andrea Laurino e accolto dal giudice. Stalking, tentata violenza sessuale, lesioni aggravate e danneggiamenti: questi i reati contestati all'uomo che, difeso dall'avvocato Corrado Canafoglia, conferma i litigi di un rapporto amoroso ma conflittuale ma respinge con fermezza tutte le accuse di violenza. Episodi che risalgono al 2016. Lei ha raccontato di continui insulti che, dalla primavera fino all'estate, avrebbero subito un'escalation. Da insulti e accuse di tradirlo a ogni sms ai primi lividi. La 39enne, anche lei di senigallia, difesa dall'avvocato Domenico Liso, ha raccontato di essere stata aggredita una prima volta a maggio mentre si trovava in un bar con delle amiche. L'artigiano l'avrebbe portata fuori da locale e, dopo essersi abbassato i pantaloni, le avrebbe intimato di praticargli una fellatio

I primi di luglio, dopo un rapporto sessuale, lui l'avrebbe accusata di avergli sottratto 200 euro e costretta a fare bancomat per risarcirlo. Un crescendo fino all'episodio finale. Al termine di una cena, nel tornare a casa, la donna è stata presa a calci, buttata in auto. L'uomo l'ha portata a casa sua. Durante il tragitto, sempre secondo le accuse, lui l'avrebbe ripetutamente minacciata e fatto sbattere la testa sulle pareti dell'abitacolo. La 39enne ha raccontato di essere stata scaraventata sul letto, che lui le ha abbassato i pantoloni, alzato la maglietta e picchiata con una gruccia per indumenti per farle aprire le gambe, dicendosi intenzionato a sodomizzarla. Secondo l'accusa avrebbe anche tentato di lanciarle addosso un televisore. Lei, approfittando di una distrazione, è riuscita a scappare in strada e a chiamare aiuto. Circostanze che, pur confermando il litigio, sono negate dall'artigiano. Portata in ospedale, i medici hanno riscontrato lesioni giudicate guaribili in una settimana. L'udienza davanti al gup è stata fissata per la mattina del 5 dicembre 2018. C'è anche una richiesta di risarcimento in caso di condanna. L'ha avanzata l'avvocato Liso che ha chiesto il sequestro conservativo della villetta dell'artigiano per garantire un risarcimento di 80mila euro. Richiesta accolta ma per 20mila euro. 

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