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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca

Porto, dubbi sul traffico di merci: serie di sequestri e primi avvisi di garanzia

Le perquisizioni e i sequestri sono stati eseguiti nelle giornate di mercoledì e giovedì dagli investigatori del G.O.I.A.

Raffica di perquisizioni e sequestri nel porto di Ancona. E una pioggia di avvisi di garanzia - una decina gli indagati, secondo quanto trapelato - a carico di funzionari dell’Agenzia delle Dogane, ma anche di dipendenti di case di spedizione. Come riportato dal Corriere Adriatico, è il frutto di un’operazione coordinata dalla Procura dorica che indaga su presunti controlli superficiali, inadempienze e, circostanza tutta da verificare, regalie in cambio di trattamenti di favore da parte di alcuni operatori dello scalo anconetano. 

Le perquisizioni (anche domiciliari) e i sequestri (a quanto pare, prevalentemente di atti e documenti) sono stati eseguiti nelle giornate di mercoledì e giovedì dagli investigatori del G.O.I.A. (Gruppo Operativo Interregionale Antifrode della Direzione interregionale Marche-Emilia Romagna dell’Agenzia delle Dogane-Monopoli) presso l’Ufficio delle Dogane di Ancona, a carico dei loro stessi colleghi, ma anche presso case di spedizioni operanti nel porto, in co-delega con i carabinieri del Comando provinciale di Prato. L’indagine infatti, nata da un’operazione condotta dai militari della città toscana nel 2017, ha portato all’arresto di 9 cittadini originari della Georgia, accusati di associazione a delinquere finalizzata al furto di materiale elettronico, oggetti per bambini e apparecchiature paramediche in farmacie e centri commerciali: secondo i militari, la refurtiva (valutata in oltre 90mila euro) veniva spedita via mare nell’est Europa, in particolare in Georgia e, dunque, veniva stoccata e imbarcata nel porto di Ancona.

Per gli investigatori non c’è alcun legame tra la banda di georgiani e gli operatori dello scalo dorico: ma proprio da questa circolazione sospetta di merci sarebbe nato un secondo filone d’indagine che ha portato gli inquirenti ad ipotizzare altri reati a carico di un gruppo di funzionari dell’Agenzia delle Dogane e operatori marittimi, su cui ora la Procura è decisa a far chiarezza. 

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