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Cronaca

Caso Piermattei, torna libero l'ex autista condannato in primo grado

Secondo la parte civile non e poi così strano che la Corte abbia accolto la richiesta perché il procedimento penale prosegue con accertamenti istruttori e la normativa prevede la revoca delle misure se nono strettamente necessaria

Lo scorso 7 luglio era stato condannato in primo grado a 7 anni di carcere per aver organizzato un raggiro ai danni dell’ereditiera anconetana Miranda Piermattei, al fine di sottrarle i 2 milioni frutto della vendita del ristorante Passetto. Torna in libertà P. M., il 51enne di Osimo. La decisione é stata presa dai giudici della Corte D’Appello delle Marche a seguito della richiesta avanzata dall’avvocato difensore Andrea Nobili (in foto). Così la Corte revoca la misura cautelare degli arresti domiciliari nei confronti di quello che, per anni, era stato l’autista e factotum della Piermattei. Ma soprattutto l’uomo che, secondo le accuse della Procura di Ancona, aveva ordito un vero e proprio “teatro” fatto di finte telefonate e sceneggite volte a convincere la donna che, soffrendo di deliri a carattere grandioso,  era arrivata a credere a tutto. Anche a pagare fior di soldi per proteggere lei e suoi cari da fantomatici malviventi. E così ha fatto. Almeno fino quando gli agenti della Squadra Mobile di Ancona non la ritrovarono in stato confusionale in una albergo di Porto Recanati a fine 2013. Un'operazione che terminò con l'arresto di P. M.

Fatto sta che l’osimano, fino ad oggi recluso in un istituto religioso fuori dalle Marche, torna libero. I giudici hanno accolto l’istanza dell’avocato Nobili, che ha Andrea Nobili-2tentato di dimostrare come fossero effettivamente venuti meno i 3 elementi su cui si basa la restrizione personale. In primo luogo, l’imputato non è, e non sarebbe mai stato un soggetto pericolo, soprattutto alla luce di 19 mesi di reclusione (di cui 8 in carcere e 11 ai domiciliari). In secondo luogo, non c’è il pericolo di fuga come non c’era mai stato anche prima dell’arresto visto che, sempre secondo la difesa, non vi è mai stata prova di un tentativo di fuga. E comunque non avrebbe neppure la possibilità dato che sono ancora sotto sequestro il passaporto, l’auto, i conti correnti e vari beni materiali. In terzo luogo, la reiterazione del reato di circonvenzione di incapace è di per sé assente perché l’indagato non ha mai più avuto contatti con la vittima. 

Secondo la parte civile, rappresentata dall’avvocato Gianni Marasca, non e poi così strano che la Corte abbia accolto la richiesta perché il procedimento penale prosegue con  accertamenti istruttori e la normativa prevede la revoca delle misure se nono strettamente necessaria. Parla di accertamenti istruttori l’avvocato della Piermattei, facendo riferimento all’incarico peritale assegnato tre giorni fa, con cui è stato nominato uno psichiatra di Ascoli per verificare la capacità di intendere e di volere dell’anziana al momento dei fatti contestati. 

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