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Cronaca

Parco del Conero, un nuovo Habitat arricchisce la biodiversità

Esemplari di ginepro rosso anche di grandi dimensioni sono presenti in altre aree del Parco del Conero, caratterizzate dall’evoluzione spontanea della vegetazione

I ginepri crescono e la natura del Conero si rivela più ricca e più bella. La presenza di questa specie – Juniperus oxycedrus L. (ginepro rosso)– era già nota dalle precedenti ricerche floristiche sul parco in formazioni arbustive abbastanza frequenti nell’area mediterranea ma ora la scoperta di esemplari arborei, alcuni di notevoli dimensioni, peraltro in una specie dal lento accrescimento, consente l’individuazione di un nuovo Habitat d’interesse europeo.

«La ricerca – spiega Gilberto Stacchiotti, Presidente Ente Parco del Conero - è stata condotta dal personale dell’Ente Parco che ha curato le verifiche sulle tre aree interessate e cartografate, predisponendo la necessaria documentazione che, dopo la recente approvazione del Direttivo dell’Ente, sarà trasmessa alla regione Marche per il riconoscimento definitivo da parte del Ministero dell’Ambiente». Le aree in questione sono: una in località Monte Colombo, di nuova individuazione e le altre due a Monte Larciano e a Pian dei Ciliegi. Esemplari di ginepro rosso anche di grandi dimensioni sono presenti in altre aree del Parco del Conero, caratterizzate dall’evoluzione spontanea della vegetazione a seguito dell’abbandono delle pratiche di coltivazione. Il ginepro rosso è una specie termofila (letteralmente “amante del caldo”) e l’habitat di interesse comunitario di nuova individuazione è denominato 5210: Matorral arborescenti di Juniperus spp. . Viene definito “macchie di sclerofille sempreverdi mediterranee e sub-mediterranee organizzate attorno a ginepri arborescenti”. Sul Conero è rappresentato da formazioni secondarie, legate all’attività dell’uomo, a prevalenza di ginestra (Spartium junceum) e ginepro rosso, spesso a mosaico con le praterie. «L’invasione dell’arbusteto da parte di specie arboree – continua Stacchiotti - è indice che la vegetazione sta evolvendo verso il bosco, e questo processo è considerato una minaccia per l’habitat in questione. Da qui la necessità della gestione da parte dell’uomo, l’utilità di un moderato pascolamento, ed eventuali tagli selettivi delle specie arboree. Occasione preziosa per l’ambiente e conferma delle professionalità espresse dal personale dell’Ente Parco, in particolare della dott.ssa Ferroni, che ha svolto il lavoro con la supervisione scientifica del prof. Edoardo Biondi, esperto internazionale sulla Rete Natura 2000 e consigliere del parco».

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