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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca Falconara Marittima

«Papa Francesco ha superato il concordato e stabilito un rapporto diretto con i cittadini»

Sono le parole di Gennaro Acquaviva, ex senatore socialista e "padre" del Concordato tra Stato Italiano e Vaticano del 1984, ospite del Rotary Club di Falconara

«Papa Francesco ha superato il Concordato e stabilito un rapporto diretto tra Gesù e i cittadini». Ne è convinto Gennaro Acquaviva, già senatore e principale artefice nel 1984 del Concordato, l'atto con cui lo Stato Italiano e la Chiesa Cattolica andarono a modificare i Patti Lateranensi del 1929. Acquaviva è stato ospite nei giorni scorsi del Rotary Club di Falconara. Introdotto dalla presidente rotariana Francesca Porcedda, da Antonio Bucci che ha sottolineato la carriera politica e da Gilberto Piccinini che ha inquadrato il contesto storico, Acquaviva ha ripercorso – anche con ironia – i passaggi che hanno portato alla storica firma. «La revisione andava fatta – spiega – i Patti Lateranensi erano anticostituzionali, pieni di privilegi, assurdità e disuguaglianze alla luce della nuova costituzione repubblicana». Gennaro Acquaviva, all'interno del Psi, era soprannominato "Il cardinale" per via della sua estrazione cattolica ("In un partito di anticlericali, uno come me spiccava" sorride). Sull'altra sponda della mediazione c'era invece un cardinale vero: Agostino Casaroli, uomo della diplomazia con i Paesi del blocco sovietico e considerato il più rosso tra i porporati.

«Riuscimmo a fare ciò che il partito dei cattolici, la Dc, non era stato in grado di fare per tanti anni – commenta Acquaviva - Craxi era il Renzi del tempo. Poi commise errori e trascinò con sé i rinnovatori dell'epoca. Nel 1984 fu lui a raggiungere un patto con la Chiesa nonostante fosse un anticlericale appassionatissimo di Garibaldi: andava a Caprera ogni 2 giugno, gli fece intitolare la prima portaerei italiana, voleva addirittura una saga tv dedicata all'Eroe dei due mondi. Nel suo ufficio aveva una quadro gigante del Generale. Tre metri per quattro. La sera che gli portammo il testo del Concordato, dopo averlo letto e prima di uscire si rivolse al quadro dicendo: «Caro Peppino, non ti arrabbiare ma lo devo fare». Oggi? A 30 anni dal Concordato, Papa Francesco sta cambiando i termini del gioco. Ha superato la collaborazione tra Italia e Vaticano e stabilito un rapporto diretto con i cittadini. Siamo in una fase di disinteresse nei confronti dell'esperienza italiana. Siamo una nazione come tutte le altre».
 

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