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Cronaca

Il Papa sceglie don Francesco Scalmati: nominato missionario della Misericordia

Don Francesco ha trascorso la vita dedicandosi ai fedeli delle varie parrocchie di Augliano, Falconara. Ma soprattutto Gallignano e Casine di Paterno, dove è stato punto di riferimento della collettività per 12 anni

Resterà sempre impresso nel suo cuore quel giorno in cui gli arrivò la telefonata del vescovo di Ancona - Osimo il cardinal Edoardo Menichelli, il quale, con tono emozionato, gli disse: «Hanno fatto il tuo nome». Ed è arrivata così l’ufficialità che Papa Francesco in persona, in occasione dell’anno del Giubileo Straordinario, ha nominato missionario della Misericordia il 49enne don Francesco Scalmati: nato a Castelfidardo, oggi é parroco della Sacra Famiglia di Osimo e Presidente nazionale della FACI (Federazione delle Associazioni del Clero italiano). E così, tra i 1.071 missionari della Misericordia che il Papa ha inviato nel mondo, c’è anche un anconetano, che ha trascorso la vita dedicandosi ai fedeli delle varie parrocchie di Augliano, Falconara, San Cosma di Ancona. Ma soprattutto Gallignano e Casine di Paterno, dove è stato punto di riferimento della collettività per 12 anni.

Era il 16 gennaio scorso quando é arrivata la nomina ufficiale, che ha conferito a don Francesco l’incarico di poter assolvere da 4 peccati riservati alla sede apostolica: la profanazione eucarestia, la violenza fisica al papa, assoluzione del complice nel sesto comandamento e la rivelazione del segreto confessionale. Ma soprattutto, perché questa sarà la vera missione di don Francesco, predicare quanto più possibile la misericordia. Lo scorso 9 febbraio don Francesco è stato convocato a Roma insieme agli altri missionari. Dopo il pellegrinaggio da Castel Sant’Angelo al Vaticano, è entrato nel palazzo apostolico fino alla sala Ducale. Don Francesco sorride e ne parla senza trattenere la carica emotiva che gli scorre nelle vene: «In quell’occasione ho incontrato Papa Francesco e gli ho detto 3 cose. Prima gli ho detto che la mia gente gli vuole bene. Poi che la mia gente prega per lui. Infine che la mia gente chiede che lui preghi per loro. E lui mi ha risposto: “Lo faccio ogni giorno”. Prima di lasciarmi mi ha chiesto chi fosse il mio arcivescovo e quando gli ho detto che era Edoardo Menichelli ha fatto un gran sorriso e ha esclamato: “Ah! il grande cardinal Menichelli che va in bici. In quell’occasione Papa Francesco ci ha conferito ufficialmente a tutti i suoi missionari l’impegno di sperimentare e diffondere la misericordia di Dio fino al 22 novembre 2016, quando terminerà anche l’anno giubilare».

Ma perché scegliere proprio Don Francesco? Lui stesso ancora non se lo spiega. Ma forse la chiave di lettura sta nelle parole del Papa, che ha parlato molto di segni e di sentimenti nel suo appassionato discorso ai missionari, invitando questi ultimi ad essere come una coperta che sa abbracciare ed avvolgere chi non è senza peccato. «Mi raccomando di capire non solo il linguaggio della parola, ma anche quello dei gesti - ha detto il Papa davanti a centinaia di missionari - Se qualcuno viene da voi e sente che deve togliersi qualcosa ma non riesce a dirlo, voi capitelo. Aprite le braccia per capire cosa c’è dentro quel cuore che non può venire detto con il linguaggio». Un linguaggio, quello delle gesta e dei gesti, che don Francesco conosce bene, tanto da essere conosciuto dai suoi fedeli come un prete che confessa più con le braccia che con le parole. Le stesse braccia con cui ama stringere ogni giorno i suoi parrocchiani.

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