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Martedì, 23 Aprile 2024
Cronaca

Scoperto dalla GdF il "Risiko" del contrabbando di sigarette: 6 arresti

Agli arresti domiciliari il direttore generale e il responsabile dei rapporti con l'estero di una nota ditta di Chiaravalle. In carcere anche un consulente estero. Sequestri per 73 milioni

Avevano messo in piedi un sistema di livello internazionale per eludere il fisco europeo, evitando così di pagare l’accisa sul consumo delle sigarette, che pesa per circa il 70% sul prezzo di ogni pacchetto. E allora ecco l’idea per contrabbandare, decuplicando i guadagni: fingere di trasportare alcuni carichi al di fuori dell’area Cee (ad esempio Ucraina e Moldavia) per non pagare l’imposta, mentre in realtà i Tir si dirigevano nei paesi del vecchio continente. Montagne di soldi che, invece di finire nelle casse della comunità europea, aumentando il capitale di chi, mantenendo tutte le documentazioni in regola, piazzava le proprie bandierine sui mercati esteri delle sigarette. Dall’Inghilterra alla Svezia, dalla Russia alla Bulgaria. 

Al cento della vicenda anche una società italiana con sede a Chiaravalle: la M.I.T. (Manifattura Italiana tabacco) S.p.a. Per questo i militari della Guardia di Finanza di Ancona, guidati dal colonnello Gianfranco Lucignano (in foto) e coordinati dal pm Mariangela Farneti, hanno dato il via all'operazione "Duty Free", arrestando 6 persone. Ai domiciliari il direttore generale, l’amministratore responsabile dei rapporti con l’estero e un collaboratore esterno. Ma il procuratore capo di Ancona Elisabetta Melotti ha precisato: «La società non è illecita di per sé. Ma nell’azienda c'è un reparto che si occupa di vendite all'estero, dove si sono verificate queste irregolarità». Resta il fatto che secondo gli investigatori della Finanza e della Dogana il giochetto avrebbe fruttato 73 milioni di euro in 3 anni (dal 2011 al 2013).Colonnello Gianfranco Lucignano-2

Ma la figura cardine del sistema era un uomo d'affari croato, rappresentante per gli affari esteri. Era lui il vero gancio tra l’impresa italiana e i mercati esteri. Era lui il businessman capace di preparare la documentazione utile per le varie dogane, dirigendo nel migliore dei modi i Tir carichi di sigarette. Autoarticolati che, formalmente, si spostavano per andare oltre la Romania, ma che in realtà scaricavano in paesi di mezza Europa. Lo sloveno girava il mondo e a lui bastava un computer portatile per preparare tutte le fatture, mentre i proventi della sua attività finivano in un conto corrente blindato alle isole Seychelles. Un truffatore di alto spessore criminale, finito nelle mire degli inquirenti che, pochi giorni fa, lo hanno arrestato. Di ritorno dal Sud Africa, era all’aeroporto di Roma Fiumicino, mentre tentava di passare il Gate con una valigetta. E chissà quanti altri punti di confine aveva passato quella “24ore” prima di essere aperta. Cos’hanno trovato gli investigatori? 14mila euro in contanti (suddivisi in banconote degli Emirati Arabi Uniti, Gambia, Senegal) e 8 chiavette che davano accesso ad altrettanti portali home banking. Un "tesoretto" che lo ha fatto finire in carcere e con lui anche due autisti stranieri. 

La maxi operazione ha preso il via il giorno in cui un operatore della dogana polacca si è accorto che qualcosa non andava. La bolla del trasporto segnalava un carico nettamente superiore a quello con cui viaggiava il rappresentante sloveno. Un fatto insolito che ha portato le autorità polacche ad indagare e segnalare la questione alle autorità italiane che si sono prontamente messe sulle tracce dei commerci della M.I. «Sono stati analizzati 42 viaggi individuati 520 tonnellate che hanno alimentato il mercato contrabbandiero illegale con un’evasione di 73 milioni di euro - ha detto il colonnello delle fiamme gialle di Ancona Gianfranco Lucignano - Ora si attendono ulteriori sviluppi perché c’è una fase di raccordo con gli altri paesi comunitari per ricostruire la filiera del contrabbando. Sappiamo tutto di dove è partita ma ricostruire molti dei vari passaggi». Passaggi che, senza (al momento presunti) uomini corrotti nelle dogane dei vari paesi, sarebbero stati impossibili. 

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