Trecentotrentasei migranti, due donne in gravidanza: chi sono (e dove andranno) i naufraghi sbarcati ad Ancona
Ad accoglierli al porto di Ancona c'era anche il Prefetto Saverio Ordine, il questore Cesare Capocasa e il vicesindaco Giovanni Zinni
ANCONA - Trecentotrentasei migranti di cui 32 minori (tra i 5 e i 16 anni) non accompagnati e due donne in gravidanza. Sono i numeri dei naufraghi sbarcati oggi poco dopo le 17 dalla nave soccorso "Ocean Viking" della SOS Mediteranée. Ad accoglierli al porto di Ancona c'era anche il Prefetto Saverio Ordine, il questore Cesare Capocasa e il vicesindaco Giovanni Zinni.
IL VIDEO DELLO SBARCO
A bordo c'erano 124 siriani, 56 pakistani, 26 egiziani e 27 maliani. I restanti provengono da Asia e Medio Oriente. I minori non accompagnati resteranno nelle Marche: 10 in strutture dell'anconetano e altrettanti nel pesarese. Gli altri 4 saranno distribuiti in parti uguali nelle restanti tre province. Tutti gli altri migranti verranno mandati in Puglia, Toscana e Lazio. Dopo le manovre di attracco, il personale medico è salito a bordo della Ocean Viking insieme al personale dedicato alle visite mediche e alle operazioni di riconoscimento. E' stato distribuito loro té caldo e giochi ai bambini. "La situazione è tranquilla- commenta Ordine- non mi sembra preoccupante, la macchina organizzativa è molto ben oliata dagli altri 7 sbarchi, anche se stavolta sono arrivati il 67% in più rispetto alla volta precedente".
Le operazioni di sbarco sono state gestite dall'USMAF (Ufficio di sanità marittima, aerea e di frontiera). La Croce Rossa ha messo a disposizione 53 volontari di cui 5 medici e altrettanti infermieri. Tra i dottori che sono saliti a bordo c'è il pediatra e presidente CRI Marche, Andrea Galvagno, che di sbarchi ne ha visti davvero tanti. "Di esperienze ne ho fatte diverse e non solo qui ad Ancona, sono stato nel canale di Sicilia a raccogliere migranti insieme alla Marina Militare. Ogni volta è uno sconforto, ti piange il cuore, cerchi di buttartelo alle spalle e andare avanti dando un minimo di sollievo a ragazzi e famiglie. Ricordo una madre che in francese diceva "zucchero sangue", io capii nonostante non conoscessi la lingua e venne fuori che aveva il diabete a 500. La trattammo sulla nave con mezzi di fortuna".