rotate-mobile
Cronaca

Giù le mani dalla musica, cantanti e rapper anconetani sulla strage di Corinaldo

Quanto la musica con i suoi messaggi può essere considerata una concausa della tragedia? Gli psichiatri si sono già espressi, ora è il turno degli artisti

Dopo la strage alla discoteca Lanterna Azzurra di Corinaldo, al centro del dibattito locale e nazionale, ci è fiinta anche la musica. "Certo, se tuo figlio va ad un cocerto per ascoltare un cantante che dice quelle cose cosa ti aspetti?" è una delle reazioni più trovate sui social network. E così, di fronte ad un'inchiesta della magistratura volta ad accertare reati che coinvolgono minorenni armati di bombolette spray e la gestione dello stesso locale, c'è chi se la prende con Sfera Ebbasta, come fosse stata la musica la mandante morale di quel fatto. Ma davvero la trap music o la musica in generale può essere considerata una concausa? I messaggi veicolati da alcuni generi possono aver influito su menti già predisposte a delinquere? Gli psichiatri si sono già espressi, ora è il turno di chi la muica la fa da anni. 

«I discografici si diano una regolata»

Tra le cantanti più quotate ad Ancona e provincia c’è Veronica Santini, in arte Veronica Key: «Negli anni ’70 i Doors, come altri gruppi che hanno poi avuto successo planetario non avevano testi in stile “ti amo”. Parlavano anzi di alcol, droga e viaggi mentali raccontati nel dettaglio». La differenza? «E’ che non si rivolgevano a bambini di 10 anni, ora con internet sono cambiati i parametri e si viene a contatto molto prima con la musica. Sono i discografici che devono darsi una regolata, le allusioni ci sono sempre state ma ora si sta calcando la mano visto che l’utente è diventato il bambino». 

«Non confondete la trap con l’hip hop»

Simone Stritti non è solo un artista ma anche insegnante ed esperto di hip hop: «Spesso Hip hop e trap vengono confusi, io insegno a ragazzi dai 4 in su e oggi stesso una mamma mi ha chiesto di sipegarle la differenza tra i due generi perché aveva paura di mandare il figlio a lezione». Una differenza più semplice di quello che appare: «L’hip hop è un movimento culturale che diffonde messaggi positivi, punta a uscire dal ghetto con la testa a posto, niente droga. E’ un percorso che va dal negativo al positivo, la trap invece va in senso opposto e a un bambino di 11 anni non puoi dire certe cose. L’unico punto che i due generi hanno il comune è il rap, che però è una tecnica. Non tutti i trapper lavorano così, ma molti inneggiano a messaggi negativi solo per lucro. Una cosa è fotografare un periodo di sesso, prostituzione e droga ma altra cosa è ostentarlo». 

«Ascoltavo metal, ma non aggredivo la gente»

Per Marco Maggi, in arte Jjames, la musica non c’entra con la tragedia di Corinaldo: «Uno che va in discoteca con uno spray al peperoncino non è andato per sentire la musica». Giù le mani dall’arte, dunque: «Ho visto generi che divulgano messaggi più pesanti rispetto a quelli di uno che si fuma qualche canna, indossa delle collane e beve dello sciroppo. Un cantante parla della sua vita poi ognuno recepisce a modo suo. Io a 15 anni ascoltavo la musica metal, ma non per questo andavo ad aggredire la gente, se sei stupido sei stupido a prescindere da quello che ascolti». 

«Si, la musica può portare alla violenza»

Tra chi pensa che un certo tipo di musica può generare violenza c’è Alessio “Kgi” Giaccaglia, insegante di break dance, esperto di cultura hip hop, allievo di Strittie Paolo "Swift": «Anche nell’ hip hop ci sono stati gruppi che hanno incitato alla violenza, penso alla cosiddetta “gangsta-rap” che è una parte marginale dell’hip hop ma che i ragazzi hanno cercato di imitare nel tempo. A quei concerti qualcuno andava anche con le pistole, figuriamoci con uno spray al peperoncino. La trap music ha messaggi molto semplici, che non richiedono uno studio. Sono come bottiglie trasparenti ed è normale che vadano di moda tra i giovani». 

«Non c’è nulla da cambiare»

Per Matteo Galluzzo, in arte Crow, non è la trap il problema  quanto il rapporto tra la musica e chi l’ascolta: «Nel caso specifico la colpa è di come è stata gestita la situazione, ma la musica unisce e non divide come dicono i mass media. Quello che attira i ragazzi alla trap, rispetto al rap, è la sua musicalità ma il messaggio è meno incisivo. Non c’è nulla da cambiare se non il rapporto tra la musica e chi l’ascolta». 

Rebus biglietti venduti per la serata di Sfera Ebbasta: si cerca la verità in computer, stampanti e cellulari

«Poteva succedere durante una partita»

Anche Alessandro Loi, conosciuto nel rap anconetano come Clima, esclude collegamenti tra generi musicali e la tragedia della Lanterna Azzurra: «Ma quali messaggi violenti, non è un discorso di contenuti. Quello che è successo poteva accadere anche in una partita di calcio o in qualunque altro evento. Non penso che quella musica veicoli messaggi violenti, ma anche se fosse non trovo nessun collegamento con la tragedia, anche perché sono gli artisti i primi a esortare la gente a non fare cavolate e dire “ragazzi siamo qui per divertirci”».

«Non prendetevela con Sfera»

Matteo “Daz Jay” Dazj si schiera al fianco di Sfera Ebbasta e della sua musica: «Sono indignato con chi se la prende con lui, molte sue canzoni ad esempio sono contro la cocaina. I suoi messaggi sono quelli di un rapper, certo crudi, ma in tono scherzoso. La tragedia di Corinaldo è dovuta piuttosto a un ragazzino che non ha capito come si sta al mondo e non deve essere fatta passare per una ragazzata».

«Se riempi grandi locali non devi andare là»

Neppure Alessandro “Ale” Cerri vede nella musica una concausa della tragedia: «Chi si erge a rappresentante dei giovani, come Sfera, non può veicolare messaggi che parlano di droga o donne oggetto. Sono d’accordo con Fedez quando dice che un artista capace di riempire grandi locali non può andare in posti dalla capienza limitata. Certo, sta al gestore limitare gli accessi e ci sono tanti altri fattori, ma la musica non c’entra». 
 

Si parla di

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Giù le mani dalla musica, cantanti e rapper anconetani sulla strage di Corinaldo

AnconaToday è in caricamento