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Giovedì, 18 Aprile 2024
Cronaca

I tesori dimenticati in magazzino ampliano il museo a Romani e Alto Medioevo

Grazie a una borsa lavoro finanziata dal Soroptimist Club di Ancona è stato possibile ridare lustro a opere dimenticate nei magazzini

Per allestire due nuove sezioni, Romana e Tardo Antica, al Museo Archeologico delle Marche basterà effettuare "scavi" in magazzino anziché in aree archeologiche. Prima però occorrerà catalogare le varie opere anche perché moltissime sono conservate da decenni ma se ne è persa la memoria, la datazione, addirittura il luogo del ritrovamento. Non è così per un centinaio di reperti sottratti all'oblio dal lavoro di Federica Galazzi, giovane archeologa anconetana, reso possibile grazie alla borsa lavoro finanziata dal Soroptimist Club di Ancona. «L'amore per la cultura e per la nostra città – ha sottolineato Antonietta Daniele, presidente del Club – è uno dei nostri capisaldi e nel 45esimo anno dalla nostra fondazione abbiamo voluto abbinare la crescita professionale di una giovane donna al miglioramento di questo magnifico museo. Questa collaborazione dimostra che se si agisce insieme si riescono a raggiungere grandi risultati». Ieri sera, mercoledì 28 giugno, la presentazione del lavoro e un'anteprima espositiva delle opere. «Questa catalogazione – ha detto la direttrice Nicoletta Frapiccini – è per noi fondamentale. Grazie al Soroptimist si è dato un contributo a una giovane molto promettente ma si è anche arricchito il nostro museo che da oggi ha nuovi reperti inediti, dei veri e propri cimeli».

Intanto va specificato che un'opera non può essere esposta se prima non viene catalogata e inserita nel sistema nazionale informatico del Ministero. Il recente decreto Franceschini ha dato possibilità anche ai musei di diventare Enti schedatori e quello di Ancona è stato tra i primi in Italia ad accreditarsi, proprio grazie alla collaborazione con il Soroptimist. Ed è proprio in questo campo che la Galazzi è andata a operare: un Kuros ritrovato a Pioraco, una stele funeraria a Sentinum (Sassoferrato), dischi in pietra, maschere teatrali di Falerone, un Attis di Urbisaglia. Tra i vari, i pezzi più pregevoli dal punto di vista artistico e della conservazione sono un mosaico che rappresenta la caccia al cinghiale di Calidone, molto raro per sfumature e colori, ritrovato a Pollenza, e il viso di un uomo, risalente all'età cesarea, rinvenuto a Cingoli. «Per me è stata una grande occasione – il commento della Galazzi – perché dopo tanti anni ad occuparmi di ceramiche mi sono avvicinata alle sculture. Questi materiali erano tutti nel magazzino del museo e ora contribuiranno all'allestimento di nuove sezioni».

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