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Cronaca Porto / Via Enrico Mattei

Tragedia in porto, insorgono i sindacati: sit-in davanti all'Autorità portuale

Un'ora di sciopero per chiedere maggiore sicurezza, donazioni alla famiglia di Luca Rizzeri

Insorgono le sigle sindacali dopo l’infortunio in porto in cui ha perso la vita Luca Rizzeri. Le confederazioni di Cgil, Cisl e Uil, la Filt Cgil, Fit Cisl e la Uiltrasporti si fermeranno domattina (martedì 11 giugno) per un’ora di sciopero con sit-in davanti alla sede dell’Autorità portuale, dalle 11 alle 12. La somma che sarà raccolta da quest’ora di sciopero verrà devoluta alla famiglia della vittima.

«Secondo le prime informazioni - scrivono i sindacati riuniti -, il giovane morto, dipendente di un’agenzia marittima, sarebbe stato colpito da un cavo durante lo svolgimento del suo lavoro: sarà, comunque, la magistratura a fare chiarezza sulla dinamica dell’incidente. Da tempo il sindacato denuncia il problema delle interferenze sulle banchine, che sono causa costante di incidenti sul lavoro anche mortali: l’ultimo, in ordine di tempo, era stato quello accaduto sulla piattaforma al largo del mare Adriatico. I sindacati hanno chiesto, da tempo, un coordinamento sulla sicurezza per il porto tra le aziende operanti all'interno dello scalo per discutere proprio di questo problema ma, ancora una volta, sono rimasti inascoltati. Ora, però, i sindacati dicono basta alle tragedie annunciate e alle morti bianche che lasciano nella disperazione le famiglie il cui padre, fratello o figlio, ancora nel terzo millennio, muore lavorando. Domani, i sindacati di categoria hanno un incontro già programmato con l'Autorità portuale: nell’occasione, chiederanno di cambiare l'ordine del giorno parlando di sicurezza e la convocazione del Prefetto». 

Roberto Ascani, segretario generale Fit Cisl Marche, lancia un grido d’allarme: «Ormai la sicurezza è diventata una emergenza, non possiamo fermare queste stragi solo con le parole, ci vogliono fatti concreti a partire dai controlli e dalla cultura della sicurezza che non può essere considerata un costo ma un’opportunità di dignità per le persone che operano negli ambienti di lavoro. Dobbiamo esercitare una maggiore pressione sulla società civile, sulle Istituzioni e sugli Enti preposti affinché si mettano in campo tutti gli accorgimenti possibili per scongiurare queste tragedie. Non possiamo aggiungere vittime ad altre vittime: dobbiamo dire basta a questo stato di cose. Le più sincere condoglianze ai familiari del lavoratore deceduto e auspica che la magistratura faccia in fretta ad individuare le responsabilità e fare il suo corso». 

Paolo Capone, segretario generale Ugl, «esprime il suo cordoglio alla famiglia del giovane 33enne deceduto questa mattina ad Ancona sul posto di lavoro, colpito dalla cima di una nave mentre stava ormeggiando. Una ennesima tragedia che si doveva evitare. Occorre puntare su una maggiore cultura della sicurezza nei posti di lavoro e più formazione per i dipendenti. Con il tour “Lavorare per vivere” l'Ugl vuole porre l'attenzione dell’opinione pubblica sul triste fenomeno delle morti bianche. Basta morire di lavoro!». 

Interviene anche il Partito Comunista sul tema. «Questa mattina si è consumata l'ennesima tragedia sul lavoro nella nostra amata Ancona, nel nostro Porto - scrive la segreteria del partito -. Una cima ha spezzato la vita di un giovane lavoratore di 33 anni. Come Partito Comunista Italiano abbiamo a cuore i lavoratori e la loro sicurezza sul posto di lavoro che in nessun caso può essere sacrificata per motivi economici. Attendiamo gli esiti delle indagini consapevoli che anche questa morte, come tutte quelle che avvengono sul lavoro, poteva essere evitata. Esprimiamo infine il nostro cordoglio e la nostra vicinanza alla famiglia, ai colleghi e alle colleghe del giovane lavoratore prematuramente scomparso». 

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