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Lunedì, 29 Aprile 2024
Cronaca

Montacuto, accerchiato agente penitenziario la mattina di Natale: «Il carcere è in mano a loro»

Ennesima aggressione ai danni degli agenti di polizia penitenziaria a Montacuto. La scintilla scoccata per l’impossibilità di telefonare ai parenti a causa delle linee telefoniche intasate

ANCONA - Mattinata di tensione a Natale al carcere di Montacuto. Un gruppo di detenuti ha accerchiato un agente della polizia penitenziaria in segno di protesta a causa di un malfunzionamento delle linee telefoniche, tutte intasate, che ha impedito ad alcuni di poter telefonare ai parenti. Gli animi si sono subito accesi e il malcapitato agente si è ritrovato circondato dai detenuti che sfoggiavano un atteggiamento alquanto minaccioso. Ma, per fortuna, il tempestivo intervento dei colleghi ha scongiurato un epilogo peggiore per la guardia. Infatti la situazione è stata riportata alla normalità, seppure dopo qualche ora. 

La situazione 

Quella che ormai da mesi si sta verificando al carcere di Montacuto è una situazione incandescente. «L’istituto è in mano a loro» afferma il vice segretario Uilpa polizia penitenziaria, Gianluca Scarano. In effetti nel giro di due mesi si sono verificati diversi episodi di turbolenza all’interno del carcere: il 5 dicembre un ex collaboratore di giustizia ha aggredito un agente provocandogli ferite per 3 giorni di prognosi, il 29 novembre un altro agente è stato percosso a mani nude da un detenuto (4 giorni di prognosi). E l’11 novembre scorso addirittura una rivolta di un intero settore, quello per detenuti Alta sicurezza, che hanno preteso di dormire tutta la notte con le celle aperte per paura del terremoto. «Ormai entriamo in servizio e ci auguriamo di uscire senza dover fare il solito giro al pronto soccorso - continua Scarano -. Noi, come Uilpa, chiediamo da tempo un cambio ai vertici, di direttore e comandante». Il problema principale riguarda il numero di agenti impiegati al carcere: «c’è una carenza di personale di circa il 30% - continua il vice segretario Uilpa Marche - e spesso dobbiamo lavorare su più postazioni di servizio, con il risultato che alcuni colleghi si trovano a dover tenere sotto controllo, singolarmente, almeno un centinaio di detenuti. Ci sentiamo costantemente a rischio». La sensazione di costante pericolo da parte delle guardie penitenziare è accentuata dal fatto che si lavora «a mani nude - specifica Scarano -, chiediamo che ci dotino di un taser e di una body cam per garantire la legittimità del nostro servizio».

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