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Menichelli su unioni civili: «Avere un figlio non è un diritto, priorità alla famiglia»

Sono le parole dell’arcivescovo di Ancona-Osimo, cardinal Edoardo Menichelli in un’intervista a La Stampa sul tema delle unioni civili e sul DDL Cirinnà. Un documento politico che, non è una novità, preoccupa la Chiesa

«Non tutti i desideri sono diritti, non tutte le forme di convivenza possono essere equiparate di fatto al matrimonio. Questo non significa discriminare le persone omosessuali: ogni persona, indipendentemente dalla propria tendenza sessuale, va rispettata e accolta. Ma se passa la stepchild adoption, chi impedirà di andare all’estero, dove questa pratica è legale, per avere un bambino e poi tornare in Italia facendolo adottare anche al partner? Noi crediamo che il figlio non sia un “diritto”, perché così diventerebbe in qualche modo un figlio-proprietà».

Sono le parole dell’arcivescovo di Ancona-Osimo, cardinal Edoardo Menichelli in un’intervista a La Stampa sul tema delle unioni civili e sul DDL Cirinnà. Un documento politico che, non è una novità, preoccupa la Chiesa. «La nostra preoccupazione nasce innanzitutto da un dato di fatto incontrovertibile: si avverte il bisogno impellente di intervenire su una materia che riguarda un numero limitato di persone, e si fa poco per aiutare la famiglia. E mi riferisco al fatto che non si è mai introdotto il quoziente familiare per un fisco che tenga veramente conto della famiglia e del numero dei figli. Al fatto che ci sono tante situazioni nelle quali è un problema sposarsi e avere figli perché mancano un lavoro minimamente stabile e la casa. Al fatto che siamo il Paese con la più bassa natalità in Europa ma non mi sembra che ci preoccupiamo di invertire questa tendenza, come invece hanno fatto, da decenni, Paesi che pure rivendicano in continuazione la loro”laicità. Le unioni civili non mi sembrano una priorità. La priorità sarebbe aiutare sul serio le famiglie, in modo concreto».

Dunque sulle unioni civili non ci sarebbe un chiusura totale sull’argomento da parte della Chiesa. «Noi crediamo e ribadiamo che il matrimonio è l’unione di un uomo e una donna, aperto alla generazione di figli. Ciò non significa che non si possa trovare il modo di rispondere a certe esigenze delle persone, riguardanti l’assistenza sanitaria, problemi patrimoniali, etc. Molte risposte ci sono già nel nostro diritto civile. Se ne possono individuare altre, costituire un testo unico, ma senza equiparazioni che seppur non nominalmente, di fatto rendano altre forme di unione uguali al matrimonio». 

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