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Cronaca Fabriano

Fabriano, proteste a villa Merloni: “Dalle vostre maestranze, buone vacanze!”

La protesta si è svolta in maniera tranquilla e non ci sono stati contatti fra famiglia e manifestanti. Il cartello più duro mostrato dagli operai diceva "Bellaluce va delocalizzata insieme alle produzioni"

Questa mattina circa 200 operai degli stabilimenti di Melano e Albacina si sono recati presso il cancello della villa di proprietà della famiglia Merloni con uno striscione con la scritta: “Nonostante tutto, dalle vostre maestranze buone vacanze!”
Altri cartelli erano rivolti alla deputata di Scelta civica Maria Paola Merloni: ''Maria Paola, prima bussi per il voto poi ci butti nel vuoto...'', o citavano i dati dell'ultimo bilancio consolidato del gruppo elettrodomestico: ''Nel 2012 62 mln di utili, 1.425 esuberi nel 2013, vergogna!''. Fra le tute blu, la rabbia, la paura per il futuro, ma anche la volontà di combattere per il loro posto di lavoro (480 gli esuberi previsti a Fabriano) erano palpabili.

Nonostante le aperture dell'azienda al tavolo aperto dal ministero dello Sviluppo economico, aggiornato a settembre.
''Siamo venuti qui - ha spiegato ai cronisti Anna Rita Sofa, delegata Rsu - per darci visibilità: non ci convince quello che viene da parte della Indesit''.
Silvana Saracino, anche a nome dei colleghi: "Non andiamo in ferie tranquilli. Aspettiamo con impazienza e preoccupazione quello che accadrà a partire da settembre".
Alfio Mattioli, delegato Fiom della Rsu di Melano ha sottolineato che, nonostante la mobilitazione e il pressing delle istituzioni locali e delle Regioni, ''Grossi passi avanti non sono stati fatti. Con questo piano mandano in crisi tutto il territorio".

Polizia e carabinieri non sono mai dovuti intervenire, e la manifestazione è stata osservata a distanza, al di là dei cancelli, dalla vigilanza privata della famiglia Merloni: l'ex presidente di Confindustria Vittorio, ormai anziano e malato, la moglie Franca e i figli Maria Paola, Andrea, Antonella e Aristide, azionisti di controllo di Indesit attraverso la Fineldo, in questi due mesi sono rimasti in silenzio, salvo un comunicato diffuso da Antonella Merloni. Anche stamani, dal borgo di via Bellaluce 40, nessun contatto con i manifestanti.

Il cartello più duro mostrato dagli operai diceva ''Bellaluce va delocalizzata insieme alle produzioni'', con un riferimento al trasferimento di parte della produzione italiana degli elettrodomestici Indesit negli impianti che la multinazionale possiede in Polonia e Turchia.

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