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Lunedì, 29 Aprile 2024
Cronaca

Mangialardi alla cerimonia del 60° anniversario della tragedia del Vajont

Maurizio Mangialardi ha preso parte questa mattina alla cerimonia di commemorazione del 60° anniversario della tragedia del Vajont, svoltasi a Longarone alla presenza del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella

ANCONA – Il capogruppo regionale del Partito Democratico Maurizio Mangialardi ha preso parte questa mattina alla cerimonia di commemorazione del 60° anniversario della tragedia del Vajont, svoltasi a Longarone alla presenza del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella.

“Un’iniziativa molto toccante – ha detto Mangialardi – capace di andare oltre il dovere del ricordo per continuare a riflettere su come l’Italia, oggi come sessant’anni fa, da nord a sud, continui a restare un paese non solo estremamente fragile, ma anche spesso oggetto di speculazioni e abusi che moltiplicano i rischi per le popolazioni civili, trasformando l’incuria del territorio in volano di immense tragedie. Assistendo alla cerimonia odierna, non ho potuto fare a meno di ripescare nella memoria le celebri parole scritte il giorno dopo il disastro da quella donna straordinaria e giornalista coraggiosa che fu Tina Merlin: “Oggi tuttavia non si può soltanto piangere, è tempo di imparare qualcosa”. Purtroppo, se a decenni di distanza da quella catastrofe guardiamo a ciò che accade in tante regioni, con grande rammarico dobbiamo ammettere che dalla lezione del Vajont abbiamo imparato poco, se non nulla. Spero vivamente che giornate come questa possano scuotere le coscienze. Non è una questione di destra o sinistra: occorre l’impegno di tutti per far sì che le Amministrazioni pubbliche, anche a fronte dell’aumento dei rischi derivanti dai cambiamenti climatici, adottino modelli urbanistici e di sviluppo economico in grado di prevenire tragedie, a partire da un radicale mutamento degli indirizzi che per troppo tempo, per esempio, hanno spinto sulla cementificazione e il consumo di nuovo suolo. Non ci servono opere propagandistiche e mangia-soldi come il Ponte sullo Stretto di Messina, ma cospicui investimenti nazionali ed europei per quella che rappresenta l’unica grande e urgente opera necessaria all’Italia, ovvero la messa in sicurezza del suo assetto idrogeologico. Solo quando ciò sarà finalmente patrimonio di tutta la classe dirigente politica potremo davvero dire di aver appreso qualcosa dal disastro del Vajont, come Tina Merlin ci esortava sessant’anni fa”.

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