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Lunedì, 29 Aprile 2024
Cronaca

Geloso colpisce la moglie con il mattarello: condannato per lesioni e maltrattamenti

Sette anni di soprusi denunciati dopo l'intervento in strada della polizia. Era stata chiamata da una passante che aveva assistito ad una aggressione

ANCONA - Un giorno le ha stretto il naso così forte da farlo sanguinare, un'altra volta, tornato a casa ubriaco, l'ha presa a schiaffi in testa procurandole un trauma cranico, un'altra volta ancora l'aveva picchiata dopo un litigio. Geloso l'accusava di tradirlo e quando lei minacciava di andarsene di casa lui l'accusava di furto. Per sette anni una donna bengalese avrebbe subito tutto questo dal marito, suo connazionale, con episodi di aggressione avvenuti anche davanti alla loro figlia piccola. Non sempre lei andava in ospedale perché aveva paura di perdere la bambina. I soprusi sono emersi in due denunce che la vittima ha sporto nei confronti del marito. La prima nel 2016 e la seconda nel 2022. In questo ultimo caso era stata una passante a chiamare le forze dell'ordine. Era maggio e la coppia era per la strada, al Piano, in corso Carlo Alberto.

Litigavano animatamente e l'uomo aveva preso la moglie per un braccio e la tirava. Poco prima, in casa, dopo l'ennesimo scatto di ira, le aveva tirato addosso un mattarello. Arrivata una pattuglia della polizia i due erano stati allontanati e solo quando la donna si è sentita al sicuro ha raccontatò cosa stava vivendo in famiglia. Ferita è stata portata in ospedale per le cure riportando una prognosi di cinque giorni. Riunite le denunce il marito, 43 anni, oggi ormai ex, è finito a processo per maltrattamenti in famiglia aggravati e lesioni davanti al collegio penale presieduto dal giudice Carlo Cimini, Oggi è arrivata la condanna per l'uomo: tre anni e otto mesi più 5mila euro di provvisionale da liquidare alla ex moglie come risarcimento provvisorio in attesa che sia calcolato quello in sede civile. L'imputato era difeso dall'avvocato Stefano Brugiapaglia, La vittima, 34 anni, era parte civile con l'avvocato Alessandra Tatò, Sono rientrati nella condanna sia i maltrattamenti delle due denunce che le lesioni della seconda. Non luogo a procedere invece per le lesioni della denuncia del 2016 perché ormai prescritte come reato. Dopo la denuncia del 2022 al bengalese è stato dato il divieto di avvicinamento alla donna e la misura cautelare è ancora in atto. L'imputato ha sempre respinto le accuse.

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