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Cronaca Numana

Numana post apocalittica, stabilimenti in ginocchio: «40 anni di lavoro buttati»

La spiaggia di Numana e le vie di Marcelli sembrano una zona post sismica dopo la tromba d'aria che ieri sera si è abbattuta sul litorale

Tornado, tromba d’aria, tempesta. A Numana e Marcelli turisti e titolari di stabilimenti balneari non sanno neppure come chiamarla. Tra lo sgomento e la paura della nuova “rivoltura” promessa dal cielo mattutino c’è chi conta i danni e chi pensa di mettere un punto alla propria vacanza. Tra il porto turistico e Marcelli non si parla d’altro. C’è chi guarda la porzione di spiaggia devastata sotto la Rupe Sermosi e chi passeggia a Marcelli tra gli alberi che si sono abbattuti sulle strade, ma tutti lo dicono almeno una volta: «Una cosa così io non l’ho vista mai». Lo scenario è apocalittico, ieri sera lo era ancora di più e in alcuni punti sembra di trovarsi in una zona post terremoto. La Polizia locale di Numana ha chiuso i 300 metri di via Litoranea che costeggiano la rupe per il rischio che nuovi alberi cadano in strada schiacciando le macchine. La carcassa di una station wagon è ancora un grosso tronco nell'area di sosta di uno stabilimento, un’altra vettura è stata schiacciata allo stesso modo in via Osimo a Marcelli. Nessuno si è fatto male, forse è anche per questo che c’è chi la prende anche con ironia: «Quando Dio vuole potare non chiede il permesso a nessuno». In spiaggia però non si ride. 

Stabilimento Eugenio

La conta dei danni comincia dal ristornate Eugenio con ombrelloni divelti, pali piegati, e vetrate del ristorante spaccate dalla furia del vento: «In 39 anni non ho pianto mai, ieri ho passato tutto il giorno in lacrime» racconta il gestore Samuele Bandiera mentre cerca di sistemare con alcuni operai quel che resta dello stabilimento: «Cerchiamo di salvare il salvabile, ma qui non c’è più nulla- dice il ristoratore- abbiamo anche un ragazzo in ospedale, un cameriere che ieri per non essere trascinato dal vento si è dovuto aggrappare a una palma mentre veniva colpito da ogni cosa. Ieri ero appena andato via, se fossi restato sono convinto che sarei morto». La speranza è quella di riaprire il ristorante già domani: «La veranda ha retto, ma credo che per lo stabilimento ci vorranno almeno altri due o tre giorni».

Tempesta perfetta sulla riviera, Numana devastata - GUARDA IL VIDEO

Lido Azzurro 

«Abbiamo buttato 40 anni di lavoro in pochi minuti». Una frase che dice tutto quella di Leonello Santinelli, il titolare dello stabilimento. Gli operai rimuovono i pochi pezzi di vetro rimasti negli infissi del ristorante mentre in spiaggia giochi, sdraio e ombrelloni sono accatastati in attesa di essere portati via: «I danni non li ho quantificati ma è come se dovessi ricominciare da zero e rifare lo stabilimento, la struttura è per metà distrutta e per fortuna ha retto il tetto della cucina altrimenti non ci sarebbe più stata neanche quella». I bagnini che ieri stavano preparando le tavole per una cena si sono rifugiati nelle cabine di cemento: «E’ stata la loro fortuna». 

Tromba d'aria a Numana

 

Da Marino 

Lettini e ombrelloni saltati per aria, cabine scoperchiate e addirittura l’asta in ferro della bandiera completamente storta dal vento: «La tempesta è venuta dalle nostre spalle, dalla terra, ha fatto un giro strano» racconta il titolare Mauro. Riprendere l’attività? «Vedremo, ho già contattato le ditte fornitrici di lettini e ombrelloni ma siamo in alta stagione e non so quando potranno portare il nuovo materiale». 

Il Bella Riva

Per il Bella Riva parlano i numeri: 70 lettini recuperati in mare dai sub, insieme a 5 ombrelloni. Altri 20 ombrelloni sono invece dispersi e alcuni pali sono stati trovati quattro stabilimenti più avanti. «Abbiamo già rimesso un po' a posto- racconta la titolare Silvia – il parco giochi è distrutto così come la copertura dehor in spiaggia». 

Il Corallo 

Il ristorante è vuoto, una scalinata porta giù alla spiaggia o quel che ne resta. Tutto il personale dello stabilimento, compreso il titolare Enrico Vaccarini: «Ora speriamo che le istituzioni e gli enti ci diano una mano». Gli operai con l’impermeabile accatastano i pannelli danneggiati dalla furia del vento. Il ristorante, rispetto alla spiaggia, non ha subito particolari danni. Cosa abbiamo perso? «Sicuramente il morale, ora dobbiamo rimboccarci le maniche e andare avanti». 

Paura in centro 

«Abbiamo messo i piedi in un bar e tutto ha cominciato a volare. Sedie e ombrelloni divelti oltre a gazebo piegati a metà- racconta Elisa De Matteis, che accompagnava una famiglia di amici venuti da Brescia- i bambini piangevano, non abbiamo mai visto nulla di simile. Se tre secondi prima eravamo fuori dal bar non so dove saremmo finiti». Il gruppo aveva dovuto percorrere il corso a piedi: «La strada era chiusa perché era prevista non so quale manifestazione, quindi abbiamo avuto anche paura nel tornare indietro verso la macchina».

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