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Cronaca

Ancona sotto scacco dei nazisti ne libro di Stefano Puliti: “Guasco. Una storia popolare”

"Guasco. Una storia popolare" è il titolo del primo romanzo dell'anconetano Stefano Puliti. Un'oepra ambientata in un epoca storica con precisi riferimenti a fatti documentati

"Guasco Una storia popolare". E' il titolo di un romanzo ambientato in un epoca storica con precisi riferimenti a fatti documentati, la prima opera dell'anconetano Stefano Puliti, agente di commercio, appassionato di storia della città e amante dei libri. Tanto che per 5 anni ha gestito una libreria. E' un libro che parla di persone, di gente comune, delle loro vite ordinarie, dei loro amori, dei loro sogni perché è la vita delle singole persone, anche le più comuni, che dà spessore, anima e cuore ai luoghi, alle città, alla storia. Singole persone che pur in uno dei peggiori momenti della storia hanno voluto fortemente vivere, sognare e sperare nel futuro. Personaggi veri, con personalità vissute, di un bello spessore narrativo, che dispiace abbandonare alla fine del libro. E ne narra le vicende degli ultimi giorni di quel lontano ottobre '43 parlando inevitabilmente del Rione Porto che li ospitava, che era lo scenario delle loro vite. Il sogno ambizioso dell'autore di trasferirci in quel rione scomparso è pienamente realizzato in questo intenso romanzo che rapisce il lettore e lo trasporta fra le luci e ombre di quei vicoli medioevali che non potremo più vedere, di quei selciati che non potremo più calpestare, gli fa ascoltare le campane delle numerose chiese che ora non ci sono più, gli odori del porto e i poveri profumi delle tante cucine affacciate nei vicoli. Con i bombardamenti e soprattutto con la sciagurata “ricostruzione” del dopoguerra, Ancona perse per sempre il suo centro storico, la sua anima. Parlare, fare ricerche, scrivere, di quei posti è sicuramente un modo per non farli morire del tutto, per farli vivere ancora un po' nei nostri cuori e “Guasco. Una storia popolare” ci riesce appieno.

Stefano Puliti-2TRAMA. Nell'ottobre 1943 l'Italia è divisa in due. A luglio era stato destituito Mussolini ed era caduto il fascismo, l'8 settembre Badoglio firmava la resa, gli Alleati già sbarcati in Sicilia occupavano il sud dell'Italia. Il centro-nord veniva invaso dai nazisti che riportavano al potere Mussolini nel governo fantoccio della Repubblica Sociale Italiana. Ancona è sotto l'occupazione tedesca e spera nella liberazione che sembra imminente e nella fine della guerra. Nel Rione Porto, il più antico insediamento della città, vero centro storico, il cuore popolare, si vive nella paura dei bombardamenti aerei alleati. Le bombe avevano per la prima volta colpito la città, nel quartiere della stazione, c'erano stati morti e distruzioni e c'è fra gli abitanti del rione la consapevolezza di vivere molto vicini a obbiettivi strategici per gli alleati: il porto e i cantieri navali. Radio Londra avverte sempre più spesso la popolazione di allontanarsi da obbietivi strategici a causa dei bombardamenti che saranno sempre più frequenti. La gente però non abbandona le proprie case, sfollare nei paesi vicini significherebbe rinunciare a ogni possibile minimo sostentamento. La vita del rione è strettamente connessa e legata alle attività del porto e del cantiere, il Rione Porto è povero, popolare, abitato da operai del cantiere, facchini, pescatori e denso di botteghe, artigiani, taverne. Ogni attività, ogni forma di sostentamento è legato al mare. Abbandonare le proprie case significherebbe abbandonare ogni possibilità di lavoro. C'è poi la convinzione che Ancona sarà risparmiata dai bombardamenti aerei in quanto città antifascista. E' una convinzione totalmente infondata ma che si alimenta con la speranza della gente che ci confida al punto di crederla vera. Il Rione Porto che costeggia le banchine, il mare, da Piazza Santa Maria a Piazza San Primiano, si inerpica per le pendici del colle Guasco fino a lambire il Duomo. E' un fitto reticolo di stradine, vicoli, scale. Le case si appoggiano l'una sull'altra e il tutto sembra sostenuto dai numerosi archi e volti che caratterizzano il rione. Nonostante l'occupazione nazista, gli ultimi colpi di coda del fascismo, i bombardamenti alleati, la gente continua a vivere le proprie vite: Fabrizio, un operaio del cantiere ora disoccupato, conosce Elisa e tra i due giovani nasce l'amore, sebbene appartengano a mondi troppo lontani. Silvano, piccolo commerciante di quadri e libri, rischia di perdere lavoro e famiglia per colpa della guerra. Gatto, un piccolo ladruncolo, torna a casa nel buio del quartiere oscurato e deserto per via del coprifuoco e compie un piccolo furto. Per la conduzione del caso, la Milizia fascista interessa un ufficiale dei Carabinieri, il Tenente Fontana, il quale nel corso delle indagini per scoprire il colpevole dovrà anche fare i conti con le istanze reali che animano le pressioni della Milizia. Sarà proprio questo furto, apparentemente irrilevante, a far intrecciare queste vite, lontane tra loro dal punto di vista sociale, economico e politico, ma vicine fisicamente nel rione, fino al tragico bombardamento del 1° novembre.

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