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Lunedì, 29 Aprile 2024
Cronaca

Anziana rinchiusa in un ospizio: «Legata al letto, il figlio non può vederla»

Il caso, portato all'attenzione dall'avvocato difensore Pasqualino Miraglia, di una donna facoltosa 84enne e di suo figlio che lotta per riaverla con sé

A 84 anni è costretta a stare in un ospizio, legata al letto, imbottita di farmaci e senza avere la possibilità di vedere i suoi affetti: è il caso, portato alla luce dall'avvocato Pasqualino Miraglia, di un'anziana benestante della provincia di Ancona che, tramite il suo unico figlio, lotta per essere ascoltata. «Tutto è iniziato tre anni fa - spiega il legale Miraglia - quando l'anziana ha iniziato a perdere le cose, diceva che suo figlio gli faceva degli scherzi. Così lui, preoccupato per la salute della mamma, ha chiesto di essere nominato amministratore di sostegno proprio per restarle accanto. Nel frattempo, però, i servizi sociali hanno iniziato una sorta di accanimento, sostenendo che la signora non avesse bisogno di una figura come quella e perciò il Giudice ha revocato il ruolo di amministratore al figlio mentre la madre è finita in varie residenze sanitarie assistenziali». La stessa nomina, stando alle parole dell'avvocato, sarebbe poi stata revocata dal Giudice Tutelare a favore di un avvocato, una figura esterna. 

Condizioni precarie 

Ci sarebbero, inoltre, delle prove del fatto che la donna nella rsa sarebbe stata legata e sottoposta a cure farmacologiche. «Non più tardi di una settimana fa, dopo molto tempo, il figlio è riuscito finalmente a rivedere la donna - dice Miraglia - L'ha trovata legata al letto e completamente assente. Ha chiamato il 118 e ha filmato tutto. A quel punto il personale della Rsa, visti i video, si è attivato. Stavano per portare la donna in ospedale per accertamenti quando l'amministratore, saputo dell'accaduto, ha bloccato tutto». Prosegue poi l'avvocato: «Al figlio è vietato in ogni modo di controllare e verificare i conti bancari della donna, titolare di un patrimonio assai cospicuo».

Stando sempre alle parole della difesa, il figlio avrebbe presentato diverse istanze, rimaste però, a suo dire, inascoltate dal giudice. «E' stato presentato un nuovo ricorso di revoca al giudice tutelare - prosegue l'avvocato che da poco ha ricevuto il mandato dal figlio - e a breve verrà depositata una querela correlata di foto, video e documenti che dimostrano quanto di grave sta succedendo sulla pelle di questa povera donna. Inoltre lui avrebbe tutte le possibilità di accogliere l'anziana, ha una stanza idonea, un grande spazio all'aperto e se volesse potrebbe assumere non una, ma ben tre badanti. Lui rivuole indietro sua madre in sostanza e lotta per questo». 

Un nuovo business 

Il giudice e l'amministratore di sostegno sarebbero stati prontamente informati di tutta la situazione ma l'avvocato parla chiaramente di un «nuovo business», fatto sulla pelle di anziani falcoltosi, un caso fotocopia della vicenda raccontanta dalle Iene e accaduta al professore novantenne Carlo Gilardi, ricco benefattore che l'amministratore di sostegno sembrerebbe aver rinchiuso in una casa di riposo, privandolo della propria libertà e della possibilità di ricevere visite da chiunque.Precisa il difensore: «Qui ci guadagnano tutti, la rsa ma anche i servizi sociali e c'è tutto un movimento che gira intorno a questi casi. Altrimenti qualcuno ci dovrebbe dire perché la signora non può andare a casa. La rsa non è un ospedale specilistico e lei non è una malata oncologica che ha bisogno di cure specifiche o di andare in ospedale. Inoltre, ancor più importante, qualcuno ci dovrebbe dire perché deve stare legata». 

Conclude quindi l'avvocato: «Alla luce dei fatti  informeremo anche il Consiglio superiore della magistratura e la Procura generale affinché venga, anche, valutata la condotta del giudice, visto che in precedenza le sono stati presentati varie richieste dal figlio senza avere riscontro come se la vicenda della signora fosse una cosa privata. A questo punto, informeremo anche il ministro della Giustizia, Marta Cartabia, affinché si intervenga a porre fine a questo nuovo business, che priva le persone della propria libertà personale con il benestare delle autorità competenti». 

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