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Cronaca

Legambiente: “Allarme frana e divieti non rispettati, la pantomima che si ripete ogni estate”

Il Pungitopo: “Dal 1996 i divieti sollevano i comuni dalle proprie responsabilità scaricandole sui cittadini. Subito la mappatura delle zone realmente rischiose, la riapertura di quelle sicure e i lavori dove servono”

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di AnconaToday

E, come succede ad ogni frana estiva grande o piccola, si torna a parlare con allarme e scandalo della costa alta di Ancona e dei divieti di transito non rispettati.

Tutto iniziò nel '96 quando, a seguito di un drammatico incidente lungo un sentiero del Conero, la Capitaneria di Porto di Ancona prima e i Comuni di Ancona e di Sirolo poi, non trovarono soluzione migliore dell'emissione di divieti di transito estesi, tranne rare eccezioni, a tutta la costa alta del Conero.
Tuttora esistenti (quello vigente in Comune di Ancona è una versione molto simile al precedente, bocciato dal TAR), raramente ne viene verificato il rispetto e se ne sente parlare solo quando una frana si stacca e si "scopre" improvvisamente che essi non vengono osservati da nessuno.

"Questa scorciatoia pilatesca dei divieti sgrava furbescamente i Comuni dalle proprie responsabilità in caso di ulteriori incidenti ma sta avendo conseguenze gravi" denuncia Paolo Mariani, presidente del circolo Legambiente di Ancona, che spiega: "Dopo tanti anni di divieti, si è persa la percezione di quali tratti di costa siano realmente pericolosi e quali no. Inoltre, alcuni dei percorsi storici che scendono al litorale, sicuri nel 1996, sono divenuti pericolosi a causa dell'assenza di manutenzione che, in vigenza dei divieti, non può più essere eseguita né dai Comuni né dal Parco. Ne è un esempio efficace il sentiero delle Due Sorelle".

La comoda inerzia garantita dai divieti, che dura da 18 anni, interrotta solo da questi sporadici allarmi lanciati allorché periodicamente si scopre ciò che avviene alla luce del sole, è un segnale che mette in serio dubbio la buona fede con cui gli Amministratori locali giurano invece di agire.

Siccome però non vogliamo mettere in dubbio la loro buona fede, ci aspettiamo allora di vedere subito non promesse di interventi spot, bensì una mappatura precisa delle zone realmente rischiose di tutta la costa del Conero, la revoca immediata dei divieti da quelle sicure e la partenza dei lavori dove servono.
Dopo vent'anni di tempo sciupato, è una richiesta più che ragionevole.
 
Circolo Naturalistico Il Pungitopo ONLUS

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