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Cronaca

Iron man esiste, ha 81 anni e gira il mondo in bicicletta: non chiamatelo anziano

Ha 81 anni e sta attraversando il mondo in bicicletta con un obiettivo che definisce irrealizzabile. Ma questo per lui è solo un dettaglio. Questa è la sua impresa

Si è messo in sella il 1 gennaio del 2000 da Roma, a 63anni e dopo una vita da organizzatore di eventi. Oggi Janus River di anni ne ha 81 e da quella bicicletta non è mai sceso. Ha percorso 400mila chilometri, praticamente la stessa distanza tra la Terra e la Luna con l’obiettivo di arrivare a Pechino nel 2028 e partecipare alla festa della Cina: «So che è impossibile» ammette in un italiano talmente perfetto quasi da tradire le origini russo-polacche. Allora perché lo fa? «Perché non c’è mai stato nessuno al mondo che ha fatto questa pazzia». Di solito chi tenta queste imprese non si sente unico. Lui invece si e da guascone qual è lo ammette senza falsa modestia: «Io non sono comune, sono unico e viaggio con una bicicletta da 20 chili a cui aggiungo 30 chili di bagaglio, perlopiù vestiti, e il mio stesso peso di circa 70Kg». Il segreto? Tenacia, alimentazione (GUARDA IL VIDEO), libertà e sotto sotto anche la profezia di un vecchio santone che gli predisse vita fino a 100 anni. 

Janus in questi giorni sta attraversando la provincia di Ancona. E’ stato nel capoluogo giovedì scorso, ma solo per dormire in un hotel vicino la stazione, venerdì è stato ospite di un hotel di Camerano e per arrivarci ha pedalato lungo la cameranense per poi superare il Del Conero e arrampicarsi in salita spingendo la bicicletta sotto un sole tropicale. Tutto normale, ma solo per lui. «I posti sono bellissimi come tutta l’Italia, Ancona non l’ho vista perché ci ho solo dormito. Il ciclismo nelle vostre zone? Quando gli automobilisti vedono i bagagli sulla mia bici mi rispettano perché capiscono che non sono un ciclista da tempo libero. Di strada ne ho fatta tanta ma devo dire che il tratto da Ascoli ad Ancona è stato veramente duro». Nel week end riprenderà a pedalare verso sud per poi risalire l’Italia fino a Genova e imbarcarsi a maggio del 2019 su una bananiera che lo porterà in Venezuela. Da lì, giro del Sudamerica sempre in bici, altro imbarco per l’Australia e poi la Cina. La destinazione ce l’ha scritta sulla canna della sua bicicletta. Viaggia con 3 euro e mezzo in tasca e grazie all’Associazione Albergatori e alla Coldiretti una stanza come ospite la trova sempre. Solo che la usa solo per fare la doccia. Janus dorme nel sacco a pelo anche in hotel: «L’ultima volta che ho dormito su un letto è stato il 30 dicembre del 1999, il giorno prima di partire». Da quel dì, ma mai un ripensamento o nostalgia di casa: «Non ho mai tempo neppure per pensarci». 

Dietro ogni pedalata c’è anche un pensiero per i bisognosi: «Dopo una vita a contatto con calciatori e personaggi famosi non sei povero, io cosa me ne faccio dei soldi? Voglio donare tutto quello che ho ai bambini poveri della Siberia. Certo, prima devo morire». E la signora con la falce, almeno per ora, non sembra stargli a ruota.

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