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Martedì, 23 Aprile 2024
Cronaca

Video “Happy Ancona”: messaggio di felicità, gioia ma anche di integrazione

Arcel Diamana, giovane studente universitario, racconta i retroscena del popolarissimo video girato ad Ancona. "Ho capito che gli anconetani amano la loro città ma non c'è nessuno che faccia qualcosa per mettere in risalto il suo valore"

Non si sarebbero mai immaginati di ottenere un simile successo i due ragazzi che hanno ideato e realizzato il video di Happy Ancona, ormai popolarissimo sul web. Si tratta di due giovani arrivati nel capoluogo per studiare.

Christian Massom, viene dal Camerun è iscritto alla Facoltà di Medicina all'Università Politecnica delle Marche. Spinto dalla passione per il ballo, è stata sua l'idea di fare il video di Happy Ancona sulla scia del tormentone del cantante Pharrell William.
Arcel Patchell Diamana Massivi Nkebolo (nella foto a lato) viene dal Congo (Brazzaville) e studia Ingegneria Informatica dell'Automazione alla Politecnica. Ḕ lui ad essersi occupato della realizzazione e del montaggio del video. Oltre a questi due ragazzi, hanno partecipato ad Happy Ancona anche amici, conoscenti e persone incontrate in città.

GUARDA IL VIDEO: HAPPY ANCONA

Arcel, quanto ci è voluto a  realizzare Happy Ancona?
«Il tempo che avevamo a disposizione era poco quindi non abbiamo potuto fare il giro di Ancona. Abbiamo fatto le riprese sabato mattina dalle 8 alle 13, poi montato dalle 20 alle 2 di notte. Domenica era sul web». Chi ha scelto i luoghi dove girare il video?
«Io e Christian. Li abbiamo scelti insieme».  
Il video è curato nei minimi particolari: inquadrature, cambi scena... Sembra essere fatto da un professionista.
«Montare video è la mia passione. Spesso do una mano ai miei amici quando devono realizzare delle presentazioni o per le lauree».
Oltre al montaggio di che cosa ti sei occupato?
«Io ho sistemato tutto, la disposizione, il modo e il momento per iniziare a ballare. I balli però li hanno inventati le persone che hanno partecipato».
Nel video non ci sono solo i vostri amici ma anche dei passanti?
«Abbiamo invitato delle persone a venire all'incontro al Passetto ma alle 8 di sabato mattina non c'era quasi nessuno. Così abbiamo proposto alle persone che incontravamo se volevano partecipare. Non tutte però hanno accettato di farlo».
Come mai il Passetto è il luogo dove avete girato la maggior parte delle scene?
«Volevo mettere in risalto il Passetto perché mi ha colpito molto quando sono arrivato ad Ancona. Poi c'è il mare! Ho voluto che si vedesse per questo c'è la scena finale girata sulla scalinata».
Che cosa volevate mostrare con questo video?
«La felicità, la gioia ma anche l'integrazione che c'è ad Ancona. Noi stranieri abbiamo un posto qui. Il video è un simbolo di amore, di integrazione».
Che cosa facevano le persone mentre voi giravate il video?
«La gente si fermava ad assistere. Tra i partecipanti c'è chi si vergognava e chi era molto emozionato».
arcel-2Vi aspettavate di ottenere un simile successo?
«Non mi aspettavo una cosa del genere. Questo è il mio miglior video. Ho capito che gli anconetani amano la loro città ma non c'è nessuno che mette in risalto il suo valore. E’ stato un ragazzo straniero a pensare di fare qualcosa per la città. Io potrei realizzare un video per valorizzare tutti i monumenti di Ancona, sarei contento di farlo».
Ci sono molti altri video di Happy girati in altre città.
«Ho pensato che per differenziarci dagli altri avremmo dovuto giocare sulla felicità delle persone ad Ancona mostrando le sue bellezze».
Quando sei arrivato in Italia?
«Sono arrivato in Italia per motivi di studio nell'agosto 2012. Ho imparato l'italiano nel mio paese».
Sai già che cosa vorresti fare in futuro, una volta completati gli studi universitari?
«Per il momento non ho ancora scelto che cosa fare. Da una parte c'è chi dice che dovrei tornare in Congo per aiutare il mio paese con le competenze che ho acquisito qui. Dall'altra c'è chi mi dice di restare in Italia. Qui mi trovo bene e sono un tipo attivo. Oltre al montaggio video gioco a calcio in terza categoria con l'Atletico Torrette. Voglio ringraziare l'Università, Ancona, i miei genitori, la comunità africana di Ancona, l'Ambasciata italiana nel mio paese e il mio paese, il Congo».

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