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Cronaca

Il dialetto è troppo stretto: serve un interprete. E l’udienza viene rinviata

I dialetti italiani, si sa, sono ricchi e complessi come delle vere e proprie lingue. Forse, qualche volta, anche troppo complessi, e possono provocare conseguenze come quella riportata dal Messaggero di oggi

I dialetti italiani, si sa, sono ricchi e complessi come delle vere e proprie lingue. Forse, qualche volta, anche troppo complessi: può così accadere – come riportato sul Messaggero di oggi – che un’udienza penale del Tribunale di Ancona venga rinviata dopo che il perito incaricato di trascrivere le intercettazioni telefoniche fondamentali per il processo, a fronte di un dialetto troppo stretto per la sua comprensione – nello specifico quello napoletano – getti la spugna e chieda l’intervento di un interprete. Caso più unico che raro, dato che di solito gli interpreti vengono ovviamente convocati solo nel caso si tratti di tradurre in italiano una lingua estera.

Ma la colpa, a quanto pare, non può nemmeno essere ascritta all’esperto (di origini padovane), perché si è anche provato a far ascoltare le registrazioni a carabinieri campani, ma è stato tutto inutile: a quanto pare quella particolare versione di vernacolo, oltre ad essere strettissima, è tipica di una zona molto circoscritta e serve una persona cresciuta in quell’area per comprenderne bene le sfumature e i significati.

Sì perché, se la nota riportata è faceta, il procedimento penale è invece serissimo – si parla di estorsione ai danni di commercianti e imprenditori del senigalliese, messe in pratica con dinamiche di tipo mafioso – e naturalmente occorre capire in maniera certa il contenuto delle telefonate intercettate affinché giustizia venga fatta.

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