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Cronaca

IMU e TASI; quasi 26 milioni di euro solo al comune di Ancona

Il costo medio complessivo dell'Imu/Tasi su una seconda casa, ubicata in un capoluogo di provincia sarà di circa 1000 euro

Prima ancora di incassare le tredicesime (in tutto 35,7 miliardi) e dedicarsi alle spese natalizie (170 euro a testa secondo Confartigianato), oltre 25 milioni di italiani, proprietari di immobili diversi dall'abitazione principale non di lusso, di questi il 41% lavoratori dipendenti e pensionati, saranno chiamati a pagare la seconda rata (la prima pari al 50% già versata il 17 giugno) dell’Imu-Tasi 2019.

L’appuntamento dichiara Marco Pierpaoli segretario generale di Confartigianato Imprese Ancona - Pesaro e Urbino  è quindi per lunedì 16 dicembre quando saranno versati oltre 10,2 miliardi per un totale annuo di 20,4, per Imu/Tasi 2019. Nel 2018 solo gli anconetani hanno pagato per imposte e tasse 66,6 milioni pari a 628 euro a testa, neonati compresi (a dicembre 2018 i residenti erano 101.042). Per Imu 25,5 milioni; Tari 16,4 milioni; Tosap/Cosap permanente 1 milione; Tasi (101mila); imposta sulla pubblicità 1,2 milioni; ecc. Il costo medio complessivo dell'Imu/Tasi su una seconda casa, ubicata in un capoluogo di provincia sarà di circa 1000 euro (500 euro da versare con la rata di dicembre) con punte di oltre 2000 euro nelle grandi città. Chi invece possiede una seconda pertinenza dell'abitazione principale della stessa categoria catastale (cantine, garage, posti auto, tettoie) verserà l'Imu/Tasi con l'aliquota delle seconde case, con un costo medio annuo di 56 euro (28 euro a saldo), con punte di 110 euro annui.

Di anno in anno, nonostante gli annunci cresce la tassazione, ed in particolare cresce nelle piccole imprese e per questo Confartigianato, afferma Pierpaoli, si è dichiarata contraria alla revisione 2019 degli Indici Sintetici di Affidabilità. In questi  giorni, nel corso della riunione della Commissione degli esperti ISA, i rappresentanti della Confartigianato, insieme con  Rete Imprese Italia, hanno deciso di non esprimere parere sulla effettiva capacità degli ISA in evoluzione nel 2019 di rappresentare in modo idoneo la realtà economica di riferimento. Una scelta motivata con un documento nel quale si esprimono una serie di sollecitazioni.  A cominciare dalla necessità di intervenire sul meccanismo applicativo del coefficiente individuale, perché il coefficiente positivo nelle annualità pregresse – gli Isa prendono in considerazione otto anni – penalizza, con la richiesta di adeguamenti eccessivi, i soggetti maggiormente performanti, qualora si trovassero ad avere risultati meno brillanti a causa, per esempio, della perdita di un cliente importante o della rottura di un macchinario. Sono due, le richieste avanzate da Confartigianato e dal mondo produttivo: riconoscere il sistema premiale a chi ne ha diritto e sterilizzare il risultato 2018, così da evitare la filosofia del «chi ha avuto ha avuto, chi ha dato ha dato».  Le richieste di Confartigianato dopo l'entrata in vigere della fatturazione elettroni e dello scontrino elettronico, hanno l’obiettivo di migliorare il rapporto tra fisco e contribuenti e salvaguardare il dialogo istituzionale tra l’amministrazione finanziaria e le organizzazioni di rappresentanza, all’insegna della compliance, nelle fasi di costruzione ed evoluzione dei nuovi indici e per giungere all’applicazione di ISA, al periodo d’imposta 2019, più rispondenti alle realtà economiche che devono rappresentare contenendo la pressione fiscale oggi smisurata.

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