rotate-mobile
Cronaca Falconara Marittima

«Ciao Riccardo, provocatore appassionato che voleva cambiare il mondo»

Folla commossa al funerale di Riccardo Borini, il 59enne da sempre in prima linea per aiutare il prossimo: «Questa occasione sia un momento di ripartenza per tutti»

Fare in modo che l'esempio, i semi lasciati per strada germoglino e diano frutti per un mondo migliore. È un arrivederci l'ultimo saluto a Riccardo Borini, celebrato oggi pomeriggio alla chiesa del SS Rosario di Falconara. A officiare la messa, monsignor Antonio Napolioni, oggi vescovo di Cremona ma fino al 2015 alla guida della Diocesi di Camerino, che ben conosceva Borini. Con lui, tra gli altri, don Giovanni Varagona, parroco del Rosario ma all'epoca suo successore a San Giuseppe al fianco di don Leo. Proprio a don Giovanni, nell'omelia, il compito di sottolinearne il testamento ideale. «L'invito di Riccardo – ha detto – è di capire che il volontariato non può essere il volto buono di un'economia che uccide e avvelena la terra, l'aria e l'acqua. Non può essere il lavaggio della coscienza. La Tenda di Abramo non è solo l'accoglienza ma un richiamo costante alla città perché sviluppi un messaggio di accoglienza, Free Woman è una denuncia a chi permette che lo sfruttamente avvenga. L'Unità di Strada è più di un gruppo di persone che portano una coperta o un pezzo di pane a chi congela nella notte all'aperto ma un invito a rivedere con coraggio un'economia che considera la solitudine necessario per il benessere degli altri. Una provocazione per capire che o si è tutti liberi o nessuno è libero, o siamo tutti cittadini con pari dignità o nessuno è cittadino. L'invito di Riccardo è quello di una correzione profonda del cuore e della vita. Sogna un mondo diverso da questo. La sua professionalità del lavoro, la passione, la forza della sua fede lo hanno orientato. Ha saputo dosare con lucidità fino all'ultimo severità e scanzonatezza, prese di posizione dure e commozione. Non ha tralasciato nulla nella vita». Commosso l'intervento della moglie Rossella Papili. «Ognuno di noi sapeva di avere nell’altro un porto sicuro – ha detto - Cercherò all’orizzonte una faro, un raggio di luce. Vorrei avere un pensiero più vasto, vorrei che questa occasione sia un momento di ripartenza. Tutta la passione, l'entusiasmo e la carica di umanità non vadano dispersi. Non lo possiamo permettere: vorrei che oggi sia occasione di rilancio. Tu, da lassù, dacci uno sguardo e la carica per andare avanti».

In tanti, stipati, nella grande chiesa di via Baldoni. Persone incontrate nel corso di una vita spesa sempre al servizio del prossimo: i suoi ex parrocchiani della chiesa di San Giuseppe quando vestiva l'abito di sacerdote, vice di Don Leo, i volontari della Tenda di Abramo da lui fondata, quelli di Free Woman e quelli dell'Unità di Strada, i militanti politici delle liste civice Falconara Bene Comune e Cittadini in Comune per le quali era stato candidato sindaco nel 2013 ed eletto consigliere comunale, carica ricoperta fino al 2015. Presente anche il sindaco Stefania Signorini, il direttore del Bignamini Paolo Perucci e Marina Bargnesi, assessore ai Servizi Sociali del Comune di Fano, nonché presidente del comitato dei sindaci dell'Ambito sociale 9 dove Borini era direttore, insieme ad alcuni sindaci del pesarese. Roberto Cenci, alla fine, ha tracciato il ricordo del Borini "politico", candidato sindaco. «Quando nel 2012 si è avvicinato a Ondaverde – ha raccontato – era un po' come una persona che scopriva le cose per la prima volta. Poi ha fatto sue quelle istanze. Una persona che con il suo modo ha contribuito fortemente a sgretolare il muro di omertà nella nostra comunità. Anche se era il più capace aveva il modo di fare dell'ultimo arrivato. Quando ha raccolto la sfida del 2013, molti di noi si sono sentiti dispiaciuti nel non riuscire a farlo affermare come avrebbe meritato. È stato come essere accanto a una Ferrari e non saperla guidare. Una persona sincera e altruista come se ne conoscono poche. Spero che la condivisione di questo momento e dei giorni che seguiranno servano a garantire che tutti i germogli che ha distribuito in questa città, come in altre città, nei cuori di tante persone, siamo in grado di proteggerli per trasformarli in arbusti e alberi con radici per farli stare in piedi da soli». Tutte le offerte raccolte durante la funzione sono state destinate alle "creature" del defunto: Tenda di Abramo e Free Woman.

Si parla di

In Evidenza

Potrebbe interessarti

«Ciao Riccardo, provocatore appassionato che voleva cambiare il mondo»

AnconaToday è in caricamento