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Cronaca Falconara Marittima

Focus immigrazione, intervista all'assessore di Falconara Fabio Marcatili

L'aeroporto di Falconara resta un presidio strategico per lo smistamento dei profughi ma l'amministrazione falconarese non ha aderito a nessun progetto per l'accoglienza dei migranti e su questo abbiamo intervistato l'assessore Fabio Marcatili

Insieme a “Un tetto per Tutti”, l’aeroporto di Falconara resta un presidio strategico per lo smistamento dei profughi. Una macchina gestita interamente dalla Prefettura dorica, mentre l’amministrazione falconarese, a differenza di Ancona, non ha aderito né ai progetti Sprar né ai progetti organizzati dal Ministero per affrontare l’emergenza. Ci spiega il perché l’assessore ai servizi sociali di Falconara Fabio Marcatili.

Assessore come mai questa scelta da parte della vostra giunta?

Premetto che dal punto di vista economico questo è un business perché il richiedente asilo costa 30 euro al giorno, al migrante non va un mano una lira ma per chi lo gestisce è un business. Da una parte la situazione di Falconara. Questa é una realtà con una presenza di 150 rom, a cui si deve aggiungere la presenza di circa il 13% di extracomunitari che è molto sentita, in totale quasi 3mila persone su un totale di 27mila. Dall’altra non abbiamo strutture dove metterli. Avremmo dovuto fare investimenti consistenti per sistemare una vecchia scuola per cui il gioco non vale la candela. Abbiamo pensato di non voler ulteriormente aggravare la situazione. Abbiamo prima voluto vedere la situazione del Comune per fare le dovute scelte perché il problema dell’immigrazione è sostanzialmente legato alle condizioni economiche del Paese e delle città Se queste sono buone, l’immigrazione non si sente. Se sono deteriorate come sono attualmente, il problema c’è perché l’immigrato non ha reti parentali di riferimento che possano sopperire in casi di difficoltà. E allora ecco che le prime fasce ad essere toccate sono quelle immigrate, che subito dopo entrano in conflitto con la fascia più debole del tessuto sociale autoctono e lì si creano le frizioni.

Eppure ad Ancona lo Sprar sembra uno strumento vincente per arrivare ad una piena integrazione.

Però parliamo della punta dell’iceberg. Sono numeri irrisori rispetto ad un mare magnum di immigrazione. Abbiamo quelli che son stabili da diversi anni e che rischiano di cadere in una condizione di difficoltà. Ci sono i clandestini che sfuggono ad ogni controlli. Poi ci sono i richiedenti asilo politico che sono la parte minoritaria se pensiamo che sono circa 70mila in tutta Italia a fronte di 5 milioni di stranieri regolari. Il problema è quanti trovano lavoro, quanti la casa, e magari chi trova lavoro e casa poi vive con altre 5 persone in un appartamento di 50 metri quadrati. La normalità è questa. 

E nona avete avviato alcun progetto per far fronte a tutto questo?

Noi lavoriamo sempre con la Caritas. Di recente abbiamo attivato un progetto per l’autosufficienza alimentare che sta aumentando anche tra gli italiani. Il Comune prenderà in carico 100 persone di varie etnie e per un anno gli garantiremo una serie di alimentari per una spesa di 5mila euro totali. Lo facciamo tramite le operare caritatevoli per cui con pochi soldi riusciamo a  fare tutta una serie di interventi. Pensi che solo le Caritas parrocchiali seguono 150 famiglie. 

Per non parlare dell’assegnazione degli alloggi popolari.

Effettivamente la legge, per come è fatta, consegna il 50% degli alloggi ad extracomunitari. 

E qui nascono i ghetti, non crede?

Cerchiamo sempre di non mettere tutte le persone della stessa etnia nello stesso stabile però non è sempre facile. Anche perché alcuni hanno stili di vita completamente diversi tra loro. La convivenza non è semplice perchè spesso queste perone quando vanno lì pensano di poter fare quello che ritengono più opportuno. In più c’è un’enorme difficoltà da parte dell’Erap a far rispettare le regole di civile convivenza. In questo la legge dovrebbe essere più severa secondo me. 

Ma il comune di Falconara he delle specifiche politiche per l’immigrazione?
 
Le politiche per l’immigrazione non ce l’ha manco lo Stato figuriamoci il comune di Falconara che subisce ormai tagli da 7 anni. Ci hanno tagliato qualcosa come 8 milioni, quest’anno si parla di 1,6 milioni. Mi dica lei come si deve fare per tenere in piedi la struttura e dare i servizi al cittadino.

Però poi la Prefettura vi chiede di fare la vostra parte di fronte all’emergenza.

Appunto. Ecco perché la nostra riposta è stata negativa. Non abbiamo né mezzi, né strutture né soldi. Se le dico che il nostro servizio manutenzione e lavori pubblici ci dice che siamo quasi ad Aprile e abbiamo finito i soldi per il 2015, ma di che stiamo parlando?

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