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Cronaca

Focus immigrazione, "30 euro al giorno ad ogni profugo": ecco la verità

Di cosa godono effettivamente i migranti della provincia di Ancona? Per quanto riguarda l'emergenza Nord Africa del 2014, si può subito dire che il Ministero spende circa 30 euro al giorno per assicurare ad ogni profugo i servizi strettamente necessari

Non è così difficile cogliere tra l’opinione pubblica una convinzione: ogni profugo che mette piede in Italia percepirebbe denaro in contanti e, manco fossero in un villaggio vacanze, verrebbero riempiti di benefit a partire da sigarette e ricariche telefoniche. Ma le cose non stanno esattamente così. Di cosa godono effettivamente i migranti della provincia di Ancona? Per quanto riguarda l’emergenza Nord Africa del 2014, si può subito dire che il Ministero spende circa 30 euro al giorno. Sì, ma per assicurare loro i servizi strettamente necessari: vitto, alloggio e assistenza sanitaria. E nessun migrante può spendere quella cifra a proprio uso e consumo. Ce lo conferma l’operatrice sociale della Santissima Annunziata di via Podesti Stefania Papa: «Noi ad esempio abbiamo delle donne e l’unica cosa che diamo loro è un pocket money di 75 euro al mese. Con quelli se vogliono possono comprarsi le sigarette o le ricariche telefoniche». Sarà, ma non è forse vero che parliamo di persone completamente a carico dello Stato? «Le persone non hanno capito che chi viene quà, ha affrontato cose immani e soffrono di un’alienazione che nemmeno ci immaginiamo. E poi i numeri ci dicono che siamo l’ultimo paese che accoglie. Tutta questa idea dell’Italia che si fa carico della mola di immigrati non è reale. Non siamo campioni di accoglienza. E poi stiamo ragionando sui diritti fondamentali delle persone. Chi ha deciso che il mio diritto a vivere è più importante del tuo diritto a vivere perché io non sono straniero?».

Lo stesso pocket money viene utilizzato dal Gus (Gruppo Umana Solidarietà), che ad Ancona gestisce l’ufficio di frontiera del porto da 3 anni e dal 1998 si occupa di accoglienza con relativi servizi per i migranti. Per il Gus parla Paolo Bernabucci: «Noi diamo il pocket money sulla base di una convenzione con la Prefettura e devono essere dati. Non è una scelta. Ad alcuni ospiti diamo un contributo per i viveri mentre ad altri prepariamo da mangiare noi, ad altri ancora diamo vitto e alloggio. E’ vero la base è di 31,50 euro, ma comprendono le spese sanitarie, l’affitto e il pocket money di 2,50 euro al giorno. Non c’è nulla che esce dalle casse degli enti locali. Se un migrante si assenta, anche solo per andare a trovare un amico per qualche giorno, non prende più il pocket money perché quei soldi sono legati alla presenza e alla rigida partecipazione ai progetti formativi. Noi rivendichiamo il fatto che quì nessuno si sta inventando un’accoglienza adesso perché c’è l’emergenza o la convenienza. Noi questo lo facciamo da anni, fa parte della nostra storia, del nostro dna. Abbiamo cominciato nel 1998 come progetto Sprar e adesso lavoriamo a livello nazionale».

Tutt’altro discorso è il progetto Sprar per cui gli extracomunitari inseriti nei progetti comunali possono avere un benefit di 8 euro al giorno «Questa è stata una nostra scelta fin dall’inizio perché non tutti i comuni danno un contributo economico - ha spiegato la responsabile Sprar Ancona Barbara Paolinelli - Sono soldi che servono per comprarsi da mangiare e qualsiasi altra spesa personale. Se poi ci si comprano un cellulare e digiunano per giorni sono loro scelte. Ai minori stranieri diamo pochi euro a settimana, una specie di paghetta con cui, al massimo, ci si comprano un gelato». 

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