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Cronaca

Maxi truffa col traffico di migranti: quasi 400 stranieri a rischio espulsione

Tre gli arresti domiciliari e 10 le denunce a piede libero con le accuse di associazione per delinquere finalizzata al favoreggiamento dell'immigrazione clandestina e truffa ai danni dello Stato

Hanno sottratto allo Stato 650mila euro attraverso una truffa che, in due anni, ha sfruttato la condizione di bisogno di quasi 400 immigrati clandestini nella provincia di Ancona, che adesso rischiano l’espulsione in massa. E’ così che la Guardia di Finanza di Ancona e la Polizia di Stato, coordinati dal Procuratore Capo Elisabetta Melotti e dal pm Ruggiero Dicuonzo, hanno sgominato un’organizzazione di 13 persone che, dal fabrianese, hanno messo in piedi un sodalizio criminale i cui tentacoli arrivavano anche in Umbria. E' così scattata l'operazione "Easy Job" (GUARDA IL VIDEO). Tre le misure di custodia cautelare agli arresti domiciliari e 10 le denunce a piede libero con le accuse di associazione per delinquere finalizzata al favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e truffa ai danni dello Stato. Denunciati anche i 398 migranti che si sono prestati al raggiro. «E’ importante sottolineare il dato economico della truffa, ricostruita nei minimi dettagli grazie ad una proficua collaborazione tra le due forze dell’ordine: Guardia di Finanza e Polizia» ha commentato il Procuratore Capo di Ancona Elisabetta Melotti (in foto). 

IL MECCANISMO. Una vera squadra per lucrare sull’immigrazione clandestina. C’era il consulente del lavoro. C’era quello col compito di reperire il Fabrizio Crisostomi, Elisabetta Melotti, Ruggiero Dicuonzo e Cinzia Nicolini-3capitale umano fatto esclusivamente di extracomunitari. C’erano i 3 organizzatori e coordinatori e altri affiliati. Il gioco era semplice. Una volta agganciato il cittadino extracomunitario compiacente, gli veniva fatto un contratto di lavoro a tempo indeterminato attraverso vari nomi di aziende affiliate al clan. Gli investigatori ne hanno identificate 13. Di queste 3 erano effettivamente attive sul territorio nel campo dell’idraulica e dell’edilizia, con tanto di proprietà e legale rappresentanza. Mentre le altre erano fittizie. Fatto sta che con quei contratti, i migranti facevano richiesta del permesso di soggiorno per poi essere licenziati e usufruire dei contributi INPS sulla disoccupazione: 400 euro (variabili) a testa. Circa 100 andavano allo straniero mentre il resto rimaneva all’associazione. Dunque, mentre l’associazione faceva affari, gli stranieri ottenevano non solo una quota in denaro ma anche un permesso di soggiorno valido per due anni. 

L’inchiesta è infatti nata quando gli inquirenti si sono accorti di un anomalo aumento degli stranieri in coda alle Questure per il permesso di soggiorno. Lo stesso aumento di richieste di sussidi di disoccupazione notati dall’Inps e dalle Fiamme Gialle. «E’ stata un’attività di indagine complessa e molto tecnica - ha spiegato il pm Ruggiero Dicuonzo  Le ricerche sono nate con una serie di intercettazioni telefoniche a carico degli italiani a capo dell’associazione, ma poi il tutto è stato implementato da complessi accertamenti bancari sui conti correnti dei sospetti, come anche gli accessi alle Camere di Commercio dove abbiamo scoperto come la maggior parte di quelle aziende che assumevano personale immigrato erano in realtà inesistenti». Ora il gruppo interforze è al lavoro per accertare lo status degli immigrati sul suolo italiano e non è escluso che tutti i denunciati possano essere espulsi dal suolo italiano.

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