Disoccupata da 10 anni, si incatena davanti al Centro per l'Impiego: «Voglio la mia dignità»
«Voglio un lavoro compatibile con i miei problemi di salute, ho tre figli, un ex marito disoccupato ed è mia madre di 75anni che mi permette di pagare le bollette» ci ha raccontato Donatella
Una vita da parrucchiera a Palombina nuova. Quell’attività era stata la sua passione dai 13 ai 40 anni. L’amava, la svolgeva con passione e a 21 anni aveva già un suo salone. Ma quel lavoro la stava lentamente usurando e così sono arrivati i primi dolori alla spalla sinistra e al collo. Quelle fitte sono diventati problemi sempre più seri e nel 2007 Donatella, questo il suo nome, ha dovuto chiudere i battenti. Da allora è cominciato il calvario che stamattina l’ha portata a incatenarsi a una balaustra di piazza Salvo D’Aquisto, proprio di fronte al Centro per l’Impiego.
«Voglio un lavoro compatibile con i miei problemi di salute, anche part-time – chiede la donna - ho tre figli, un ex marito disoccupato ed è mia madre di 75anni che mi permette di pagare le bollette». Donatella è seduta sotto il porticato. La caviglia destra è legata al balcone con un filo giallo e rosso. Ha una bottiglia d’acqua, uno zaino con un faldone di documenti e un sacco a pelo che lascia intendere una cosa chiara: non ha intenzione di muoversi da li finché non avrà una risposta. «Quanto resterò? Non lo so, credo stavolta di aver fatto un bel casino, ma questo è il primo passo, sono disposta a tutto». In realtà una risposta ce l’aveva avuta stamattina, ma lei stessa la considera irricevibile perché dopo 4 anni di iscrizione nelle liste di collocamento si è sentita proporre un lavoro in albergo. «Come faccio? Avrei dovuto alzare pesi e con le condizioni della mia spalla non posso farlo» ha detto Donatella che ha poi elencato i suoi problemi di salute, fronteggiati anche con interventi chirurgici: «Sei discopatie, problemi alla cuffia e al rotatore, mi hanno ricucito due tendini sfilacciati, mi hanno tolto l’acqua alla spalla destra. Tutti problemi dovuti all’usura del mio lavoro che non è riconosciuto come lavoro pesante. Ho sempre pagato regolarmente i contributi all’Inps che mi ha riconosciuto un’invalidità del 46% per entrare nelle liste speciali. Poi, dopo 4 anni che vengo al Centro per l’Impiego, mi è sempre stato risposto che non c’era nulla». Il tutto mentre lei lavorava nei ristoranti come aiuto cuoca pagata 3 euro l’ora, le bollette pagate dalla madre e la sfortuna, se così la si vuole chiamare, di essere proprietaria di una casa e mezzo perché «così ho un reddito di proprietà che supera i 20mila euro l’anno e per lo Stato non ho diritto a nulla. Sono italiana evidentemente l’italiano non ha diritto a niente su queste cose» conclude con amarezza. L’ultimo colloquio negli uffici di Ponterosso lo ha sostenuto proprio oggi. E’ lei stessa a raccontare il botta e risposta. «Un lavoro c’è» ha detto l’impiegata. La speranza si è accesa e smorzata in pochi secondi. «Potrebbe pulire delle camere in un albergo». Il volto di Donatella è tornato tirato. «Fare le camere significa sollevare pesi da tirare su e nelle liste speciali non è contemplato questo lavoro, io non posso accettare. Questa volta mi ci incateno qui davanti, lo giuro». e l’impiegata avrebbe risposto: «Signora, tanto ce lo ha già detto altre volte». Già, ma stavolta Donatella la promessa l’ha mantenuta davvero.