rotate-mobile
Martedì, 23 Aprile 2024
Cronaca

Barriere architettoniche, l'Aniep: "Ad Ancona sono un vero problema"

Abbiamo incontrato Maria Pia Paolinelli, vice presidente dell'associazione nazionale Aniep che lotta per i diritti dei disabili. Le barriere architettoniche sono un problema non da poco e la burocrazia è lenta

Dopo il caso del giovane ragazzo disabile Marco Galeazzi è lecito chiedersi se le istituzioni dialoghino con le rappresentanze dei disabili del territorio anconetano. Ieri abbiamo parlato di questo con la Vice Presidente dell’Aniep Ancona (associazione nazionale per la promozione e la difesa dei diritti civili e sociali degli handicappati) Maria Pia Paolinelli e con Renato Carletti, socio dell’associazione.

Ad Ancona esiste una “consulta” istituita dall’assessorato ai Servizi Sociali che raggruppa tutte le rappresentanze di coloro che hanno problematiche di carattere sociale. La consulta però si è riunita per l’ultima volta qualche settimana dopo che fu nominata assessore ai Servizi Sociali proprio Adriana Celestini, parliamo quindi di circa un anno fa. In più questa  consulta raggruppa rappresentanze molto eterogenee tra loro e con problematiche molto diverse: si va dalle disabilità alle associazioni contro il cancro fino ai padri separati. Insomma questa commissione non solo non sarebbe specifica per le problematiche dei disabili e delle barriere architettoniche, ma non sarebbe neppure operativa. Ecco perché l’Aniep Ancona propone da tempo l'istituzione del “disability manager”: un professionista che, all’interno delle istituzioni, sia in grado di coordinare e attivare il lavoro in rete, migliorare i percorsi assistenziali, valutare e veicolare i bisogni delle persone disabili. Ma quanto pesano le barriere architettoniche nella città di Ancona? Per Maria Pia Paolinelli pesano tanto: “la vita della città a noi è preclusa in molte parti […] - ha detto la Paolinelli - noi abbiamo lavorato, io sono stata insegnante e abbiamo contribuito alla vita dell’Italia, ma quando ci sentiamo esclusi come quel giovane, ci sentiamo cittadini di serie C”.

I soci dell’Aniep fanno addirittura fatica a trovare una sala in cui riunirsi: la Loggia dei Mercanti non è accessibile; Palazzo Camerata è agibile ma non ha un parcheggio ad hoc; il Rettorato ha le scale; l’aula del Mare, che sarebbe accessibile, è preclusa a chi non è inserito i una lista di “autorizzati” a passare la dogana: “siccome la macchina per noi è come le gambe per te, perché non permetterci di entrare?” si chiede la Paolinelli.

Lo stesso centro città non è privo di problemi perché lungo Corso Garibaldi, molti negozi, attività commerciali, farmacie e medici di famiglia sono in condizione di impedire ad una persona in carrozzina di poter entrare. L’Aniep, al tempo della pedonalizzazione del Corso, aveva anche richiesto un incontro con il Comune e i commercianti per discutere proprio dell’eventualità di abbattere alcune barriere architettoniche: il Comune si adoperò per organizzare l’incontro, ma questo andò deserto.

Un vero e proprio esempio di inciviltà viene poi dato quando una persona, disinteressandosi delle norme, parcheggia in un posto riservato ai disabili e, anche in questo caso, ci sarebbe poco da fare: sarebbe capitato ad alcuni ragazzi dell’associazione di sentirsi rispondere dai vigili che non hanno personale per fare controlli o rimuovere le auto in divieto di sosta. Qualche parcheggio in più in centro non guasterebbe e, tempo fa, avrebbero chiesto un paio di parcheggi davanti al Teatro delle Muse, accanto a quelli dei taxi, da poter utilizzare in occasione degli spettacoli: sono stati fatti, ma sono stati riservati ai dipendenti del Tribunale.

Ma ciò in un certo senso non è grave perché, anche Maria Pia e Renato riuscissero ad Entrare alle Muse, non potrebbero che sedere in fondo al parterre. Una simile problematica vale anche per il cinema: il multisala Uci di via Filonzi è accessibile (anche grazie alla rampa fatta mettere dall’Aniep) però il film lo si deve vedere in prima fila senza alternativa.

Tuttavia la Paolinelli pensa positivo perché c’è un buon rapporto con le istituzioni e, ripensando alla vicenda di Marco Galeazzi, dice: “Il Comune trovi la strada per garantire l’accesso a questi eventi alle persone disabili, come garantito dall’art. 3 e 9 della Convenzione Onu per  i disabili. Sono fiduciosa perché la Celestini si è espressa in modo forte e ci auguriamo che intervenga su questo problema di non esclusione del disabile”.

L’augurio è dunque quello che, nel futuro, Ancona diventi una città con una maggior qualità di vita per i diversamente abili. In fondo loro sono abituati ad entrare dalla porta sul retro di negozi, musei e teatri, facendosi sempre aiutare da qualcuno. Ma il punto non è tanto l’obiettivo di raggiungere quel locale o vedere quello spettacolo, quanto la dignità di poter godere di una vita indipendente e fruire dei servizi come chiunque altro.
 

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Barriere architettoniche, l'Aniep: "Ad Ancona sono un vero problema"

AnconaToday è in caricamento