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Cronaca Cerreto d'Esi

Concetta uccisa a coltellate, subito a processo il marito ma cade la premeditazione

La Procura ha chiesto il giudizio immediato ed è stata fissata l’udienza in Corte di Assise, che si aprirà il 21 giugno. La difesa fa istanza di abbreviato sollevando un principio di uguaglianza

ANCONA - Le prove a suo carico sono state ritenute evidenti, quindi andrà subito a processo Franco Panariello, il 56enne metalmeccanico che ha ucciso la moglie Concetta Marruocco, a Cerreto d’Esi. La donna, infermiera di 53 anni, è stata finita con 43 coltellate (inizialmente era trapelato 39 ma l’esito dell’autopsia ha rettificato il numero). Il delitto si è consumato la notte del 14 ottobre scorso. La procura, con il pubblico ministero Paolo Gubinelli, ha chiesto e ottenuto il giudizio immediato che evita all’imputato di passare per l’udienza preliminare. Già fissata l’apertura del processo, il 21 giugno, in Corte di Assise. La coppia si stava separando e il marito aveva in corso un processo penale per maltrattamenti in famiglia, lesioni e violenza sessuale, e per questo aveva un divieto di avvicinamento alla donna con tanto di braccialetto elettronico. Quella notte però il dispositivo di allarme non suonò. Panariello piombò in casa mentre la vittima dormiva (nella stanza accanto c’era anche la figlia minorenne), aveva aperto con un mazzo di chiavi che si era tenuto prima di essere allontanato dal nucleo familiare. In chiusura indagini è caduta la premeditazione, inizialmente contestata a Panariello, e il giudizio immediato è stato chiesto per omicidio volontario aggravato dal vincolo di parentela e dalla minorata difesa (perché era notte e stava dormendo), per l'utilizzo dell'arma e per aver violato il divieto di avvicinamento alla vittima con tanto di braccialetto elettronico. Accuse da ergastolo.

La difesa di Panariello, rappresentata dall’avvocato Ruggero Benvenuto, ricevuta la notifica del decreto di giudizio immediato, ha formalizzato istanza al gip di procedere con il rito alternativo (anche se abolito per pene da ergastolo per l’uccisione del coniuge) pur nella sua astratta inapplicabilità in ragione del titolo di reato contestato all’imputato e sollevando contestualmente una questione di costituzionalità del delitto di omicidio del coniuge, per contrarietà all’art. 3 della Carta Costituzionale sul principio di uguaglianza. L’abbreviato infatti sarebbe ammesso per chi uccide un fratello. Perché no per il delitto di un coniuge? È l’interrogativo del legale che commenta: «Si confida che il Tribunale accerti la fondatezza della questione di costituzionalità sollevata e la rimetta alla Corte Costituzione per valutare violazione del principio di uguaglianza». Sarebbe la prima volta sul tema, che in Italia, si valuta la questione dell’uguaglianza sugli omicidi del coniuge senza la diversificazione della figura della vittima.

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