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Cronaca Montirozzo / Via Carlo Crivelli

Delitto di via Crivelli, un'esecuzione: “Roberta freddata mentre era a terra"

Nell'ordinanza il Gip ricostruisce l'omicidio come una vera e propria esecuzione da parte di Antonio Tagliata, un ragazzo che ha dimostrato una spiccata personalità omicida e capace di eliminare gli ostacoli

Altro che spari alla cieca. Nell’ordinanza di convalida del fermo, il Gip Antonella Marrone ha parlato di una vera "esecuzione" da parte di Antonio Tagliata ai danni dei coniugi Giacconi. Il giudice ha rimarcato come Roberta Pierini sia stata freddata da un proiettile che le ha attraversato il cranio in modo orizzontale, frantumandosi poi contro il pavimento. Il che significa che la donna sarebbe stata finita quando ormai era a terra, inerme, già ferita al braccio sinistro prima e poi al fianco destro, riportando, in quest’ultimo caso, una grave lesione dell’arteria succlavia. Quando i sanitari hanno varcato la porta di casa, sono entrati in un grosso salone. A destra, con il capo verso l’ingresso, a fianco del divano, c’era la madre della 16enne, colpita per prima. Dall’altra parte della sala, c’era il padre, riverso sul balcone dove si sarebbe trascinato per chiedere aiuto. 

Nell’ordinanza si parlerebbe di una chiara intenzione omicida da parte di un uomo che, nonostante la giovane età, sarebbe capace di rimediare un’arma clandestina per portare a termine lucidamente un’esecuzione ai danni del soggetto che ostacolava la realizzazione del proprio desiderio. Non solo perché anche quei bigliettini scritti preventivamente avrebbero avuto un peso notevole, incagliando Antonio Tagliata nel ruolo dell’architetto di un delitto pianificato. Anche se ad oggi il pm Andrea Laurino non contesta all'indagato la premeditazione del reato. Analisi che comunque ha portato il giudice a credere fondato il pericolo della reiterazione del reato. Per cui Antonio Tagliata non può che restare in carcere

E’ evidente come sempre il Gip anconetano non abbia creduto alla versione data dall’imputato che, in sede di convalida del fermo, ha detto: «Ho visto del fumo, lei mi ha detto “spara spara”, sono andato nel panico e ho fatto fuoco di copertura». Parole inquietanti da parte di un 18enne che ha raccontato quegli attimi di follia usando un gergo da film di guerra, come fosse un soldato impegnato nello sparare all’impazzata per coprire l’azione eversiva di un compagno. Eppure ha detto così. Come anche che gli si erano appannati gli occhiali da vista, anche se di quegli occhiali, gli investigatori non sanno nulla. La difesa, rappresentata dall’avvocato Luca Bartolini (in foto), ribadisce come il giovane non avesse intenzione di uccidere. Il 18enne sarebbe stato terrorizzato da Fabio Giacconi, in soggezione di un uomo che, sempre a detta del ragazzo, lo avrebbe mortificato più volte facendogli pesare un presunto “potere sociale”. Conoscenze con cui Giacconi avrebbe potuto spazzare via il suo futuro, allontanandolo per sempre dalla figlia 16enne. 1L'avvocato Luca Bartolini-3

IL PRECEDENTE. Tanto che, sempre in sede di interrogatorio, Tagliata ha raccontato che pochi giorni prima del delitto, lo stesso Giacconi, insieme alla figlia, si era presentato sotto casa sua per riprendere alcuni libri di scuola. Il 18enne sarebbe sceso per buttare l’immondizia senza salutare il padre di lei, con cui i rapporti erano ormai a ferri corti. Sarebbe stato ripreso per questa mancanza di rispetto, dando il via ad un botta e risposta. Terminato solo quando il padre della fidanzatina avrebbe avvicinato il giovane in modo minaccioso, lo avrebbe leggermente spinto all’indietro, provocandolo. Il 18enne ha raccontato di essere rimasto impietrito. Tremante dalla paura. Ma Antonio Tagliata si sarebbe trattenuto dal reagire, forse reprimendo quell’odio che lo ha poi trasformato in un killer a sangue freddo. 

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