Siringhe e immondizia sul ponte: la corsia pedonale sbarrata dalla diga di rifiuti
I più ci passano in automobile senza accorgersi di cosa c’è sulla corsia pedonale che costeggia la carreggiata veicolare. Il viadotto in pieno centro è una discarica a cielo aperto
Tutti o quasi ci passano in macchina, camion o moto. Il conducente vede un nastro d’asfalto e il passeggero che guarda a destra è rapito dalla figura del Duomo stagliato lontananza e dalle navi che prendono forma alla Fincantieri. Sul cavalcavia Enrico Mattei che sovrasta via Marconi per collegare gli Archi al porto industriale e a Marina Dorica ci si può passare anche a piedi, ma per chi lo fa c’è tutto un altro scenario. Accanto alla carreggiata veicolare il viadotto gestito dall'Anas dispone di corsie laterali per pedoni in entrambi i sensi di marcia, ma il camminamento che inizia da via Borgo Pio in direzione Marina Dorica è interrotto da una vera e propria diga di immondizia.
Una volta iniziata la camminata le avvisaglie di ciò che aspetta il pedone non tardano ad arrivare. La corsia è stretta e lungo ai piedi del muretto che la divide dalla zona veicolare sono ammucchiati vestiti, bottiglie rotte, resti di cibo e farmaci e una serie di petardi esplosi in chissà quale capodanno. Siamo esattamente sopra i binari dell’area “scambietti” ed è solo l’inizio. Una decina di passi più avanti c’è la prima siringa arrugginita, usata nella notte dei tempi e con l’ago ancora attaccato. E’ solo la prima, ce ne sono un altro paio buttate là sempre in tempi non recenti. Il percorso prosegue tra pantaloni a brandelli, ombrelli smembrati, resti di ciabatte, un asse di legno appuntita e vetri, ma occhio a non scivolare su una buccia di banana. Non è un modo di dire, c’è davvero in mezzo al camminamento ma la cosa positiva è che non vederla è impossibile. Una volta arrivati allo svincolo per la biglietteria marittima la corsia devia a destra per poi tornare subito a sinistra. Un aggiustamento necessario per lasciare alle auto lo spazio disponibile alla sosta di emergenza.
Una diga di rifiuti
E’ proprio là che chi intende proseguire la camminata è invece costretto a rinunciare, perché trova la strada letteralmente sbarrata da rifiuti di ogni tipo: conchiglie, uova intere, abiti, scarpe, bottiglie, tegole, sedie, mattoni, scatoloni, barili e perfino un estintore. Fare lo slalom non basta, perché non c’è spazio disponibile per poggiare il piede senza calpestare qualcosa e per di più il tutto è poggiato su letto di rami secchi ed erbacce. Sotto può esserci qualcos’altro. A quel punto la scelta è obbligata: tornare indietro oppure scavalcare il muretto divisorio sulla sinistra e bypassare la discarica camminando nella parte riservata al traffico veicolare. Basterebbero pochi passi, ma rigorosamente a proprio rischio e pericolo.