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Cronaca

Una unità speciale per i malati in quarantena domiciliare, scatta l'operazione "Usca"

Se fino a ieri sono stati a carico dei loro medici di famiglia, da oggi saranno trattati da una unità specializzata attiva nella sede CRASS via Cristoforo Colombo ad Ancona

Ci sono troppi malati di Coronavirus in quarantena domiciliare da gestire e chissà quanti altri casi tra quelli sospetti sintomatici e i positivi asintomatici. Sono tutte persone che non necessitano di ricovero ospedaliero, ma, o sono state dimesse dopo il ricovero o sono a rischio e devono essere costantemente monitorate. Se fino a ieri sono stati a carico dei loro medici di famiglia, come racontato dalla dottoressa Cinzia Calzolari in una intervista ad AnconaToday, da oggi saranno trattati da una unità specializzata attiva nella sede CRASS via Cristoforo Colombo ad Ancona: l’Unità speciale di continuità assistenziale (USCA). E’ operativa da questa mattina, tutti i giorni dalle 8 alle 20. L’Usca sarà sempre formata da 2 medici o un medico e un infermiere e potrà essere attivata dai medici da famiglia, guardie mediche, pediatri e 118 laddove questi, dopo un primo triage telefonico, dovessero ritenere di trovare di fronte ad un caso sospetto di Covid-19. 

“In particolare il personale delle Usca, equipaggiato con i dispositivi di protezione individuale idonei, potrà recarsi presso il domicilio del paziente, per effettuare tamponi e interventi assistenziali, non ché per prescrivere e somministrare terapie idonee alla condizione del paziente, inclusi farmaci per il trattamento del Covid-19”. Si legge così in una delle varie mail arrivata nelle ultime ore a tutti i medici di famiglia anconetani da parte dell’Organizzazione servizi sanitari di base del distretto sanitario dorico e dal Servizio sanità della Giunta regionale delle Marche. L’obiettivo? Mettere in sicurezza i medici di famiglia, da sempre i più esposti al rischio contagio tra gli operatori sanitari, ma anche sgravare il più possibile il lavoro dei reparti Covid degli ospedali anconetani, passando così da uno logica incentrata intorno alle strutture ospedaliere ad un paradigma di presa in carico domiciliare. 

Come funziona l‘unità Usca?

Il paziente chiama il medico di famiglia, la guardia medica o il pediatra, che effettuano un triage telefonico. Se il paziente presenta i sintomi del Coronavirus, viene messo in contatto diretto con l’unità speciale che, munita di tamponi e dispostivi di protezione, va direttamente a casa del paziente sospetto. 

A quel punto, se necessita di ricovero, interviene il 118, altrimenti si guarda se è un paziente accertato Covid. Se è un Covid accertato, viene monitorato a casa dal medico di famiglia, altrimenti si guarda la sintomatologia. 

Dunque se non necessita di ricovero, non è accertata la positività al Coronavirus e non c’è nemmeno il sospetto della patologia, viene comunque seguito dal suo medico. Ma se non necessita di ricovero, non è accertata la positività al Coronavirus, ma c’è il fondato sospetto clinico che possa essere affetto dal virus cinese, si esegue il tampone. 

Se è positivo, si ritorna alla sorveglianza costante, altrimenti si dichiara guarito dopo 2 tamponi negativi effettuati a distanza di 24 ore l’uno dall’altro. 

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