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Cronaca

In lacrime per Emilio, marmista dal cuore d'oro: «Gli ho detto addio in videochiamata»

Perucci aveva 85 anni, era devoto e generoso: il Coronavirus non gli ha dato scampo. La disperazione del figlio Goffredo: «E' surreale, la mia vita è stata stravolta»

Il Coronavirus se l’è portato via in pochi giorni. Il mondo dell’imprenditoria piange Emilio Perucci, marmista molto conosciuto e stimato ad Ancona, in particolare agli Archi, dove si trovava la storica sede dell’azienda fondata dal padre Goffredo, prima del trasferimento alla Baraccola. Avrebbe compiuto 86 anni ad agosto. Lascia quattro figli e la moglie 81enne, ora in isolamento domiciliare.

Si era ammalato due settimane fa. Dietro una banale tosse, in realtà, si nascondeva il nemico subdolo che gli ha tolto il respiro e l’ha strappato all’affetto dei familiari la scorsa notte all’Inrca, dov’era ricoverato e dove oggi pomeriggio il parroco della chiesa di Posatora celebrerà un rito funebre in forma privata. Poi la salma verrà tumulata al cimitero di Tavernelle. «Non ho potuto nemmeno abbracciarlo un’ultima volta, ma grazie al medico almeno ho avuto l’opportunità di salutarlo in una videochiamata: anche se stava molto male, mi ha riconosciuto» piange il figlio Goffredo, 58 anni, che porta avanti l’attività di famiglia, la ditta Marmista Perucci Snc, specializzata in lavorazioni di marmo e forniture per aziende, arrivata alla terza generazione.

«Adesso c’è mia madre in quarantena, vive da sola, non possiamo vederla, le portiamo da mangiare e glielo lasciamo davanti alla porta - si dispera Goffredo -. E’ una situazione surreale, non mi sembra vero: la vita è cambiata in un attimo». Uomo onesto, gran lavoratore, sempre pronto a venire incontro anche a clienti in difficoltà, Emilio era devoto e generoso: in vita ha compiuto molte opere di bene e ha lavorato anche al servizio delle parrocchie, in particolare quella di piazzale Camerino. Un uomo buono, ma il Covid non ha avuto pietà nemmeno di lui. 

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